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La Grecia chiede un maxi-risarcimento alla Germania per i danni di guerra

Per alcuni si tratta di una mossa della disperazione da parte di un Paese sull'orlo del baratro e attraversato da rigurgiti neonazisti. Per altri di un'astuta mossa per negoziare su basi più convenienti gli aiuti finanziari con la comunità internazionale. Sta di fatto che, quasi in contemporanea con il via libera (condizionato) della Corte costituzionale tedesca al Fondo Salva-Stati, si viene a sapere che la Grecia sta pensando di chiedere alla Germania un ingente risarcimento per i danni provocati dalla Wehrmacht (forza di difesa) nella Seconda guerra mondiale. In attesa di conferme su questa indiscrezione giornalistica, gira una stima elaborata dall'economista francese Jacques Delpla, secondo cui la somma richiesta potrebbe aggirarsi intorno ai 575 miliardi di euro, anche se alcune fonti ritengono che la richiesta alla fine si attesterà poco oltre la metà.

Il calcolo

Heinz A. Richter, professore di Storia greca moderna, ha appoggiato il progetto governativa ricordando che, durante i trattativi di pace, alla Grecia furono promessi innanzitutto 30mila tonnellate di beni industriali di vario genere, mai recapitati. E anche le intese successive non avrebbero trovato piena attuazione. La sua stima sulla somma da richiedere si aggira, interessi compresi, intorno ai 300 miliardi di euro.

Alla vigilia del rifinanziamento

Il tema non è del tutto nuovo nel Paese ellenico, considerato che periodicamente negli anni scorsi erano emerse proposte di questo tipo a livello politico. Fa specie però constatare che la proposta sia tornata in auge proprio ora - e che a rilanciarla sia un esponente di spicco del Governo come il ministro delle Finanze Christos Staikouras -, alla vigilia delle trattative con la troika (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Unione europea) per un nuovo finanziamento da 31 miliardi di euro destinato a evitare il default. I soldi sono già stati messi in cantiere, ma le autorità internazionali li sbloccheranno solo dopo aver ricevuto dalla Grecia un piano dettagliato di risparmi sulla spesa pubblica per 11,7 miliardi.

Qualche analista taccia questa iniziativa di populismo, considerato che molti greci considerano oggi la Germania, e in particolare il suo Governo, di aver affamato il Paese limitando al minimo gli aiuti concessi per il salvataggio. Non manca, poi, chi parla di occhio strizzato al partito di Alba Dorata, una formazione nazionalista e neonazista, che registra consensi crescenti tra i cittadini stremati dalla crisi.