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Banche pronte a versare imposte su rivalutazione quote Bankitalia entro fine anno

Bicicletta parcheggiata di fronte al logo della Banca d'Italia. Roma, 31 ottobre 2013. REUTERS/Alessandro Bianchi

di Giselda Vagnoni

ROMA (Reuters) - Le banche azioniste della Banca d'Italia sono pronte a versare l'imposta dovuta al fisco entro la fine dell'anno se per il 31 dicembre sarà in vigore la rivalutazione del capitale sociale della banca centrale.

Lo ha detto il presidente dell'Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli riferendosi al progetto al quale sta lavorando il governo per dare certezza all'assetto proprietario di via Nazionale, rafforzare patrimonialmente gli istituti nazionali alla vigilia dell'esercizio della Banca centrale europea e raccogliere risorse per il bilancio pubblico.

"Se mi riconoscono entro dicembre la maggiore solidità patrimoniale posso essere disposto al riconoscimento fiscale", ha detto Patuelli in un seminario tenuto nel weekend.

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"E' una operazione matura che è utile abbia i suoi effetti entro la notte di San Silvestro. C'è forte attesa che alle banche venga data la ponderazione con incidenza sul patrimonio di vigilanza, allo Stato pagata una aliquota del 16% e introdotto un limite del 5% sul possesso azionario", ha spiegato il presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna.

Per martedì è previsto che il Consiglio dei ministri approvi un decreto legge sulla rivalutazione del capitale di via Nazionale dagli attuali 156.000 euro fino a 7,5 miliardi.

La misura, secondo stime del ministro dell'Economia ed ex direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, dovrebbe assicurare un gettito fino a 1,2 miliardi.

Prima delle dichiarazioni di Patuelli si era sempre pensato che il prelievo non potesse avvenire prima del 2014.

Al Consiglio dei ministri di domani si discuterà anche di come coprire la cancellazione della seconda rata sulla prima casa che vale una cifra compresa tra i 2 e i 3 miliardi di euro per non sforare il tetto del deficit al 3% del Pil nel 2013.

L'ipotesi sulla quale il governo ragiona è l'aumento al 128% dell'anticipo di Ires e Irap per banche, assicurazioni e Banca d'Italia.

BANKITALIA UNA DELLE BANCHE CENTRALI PIU' SOLIDE

"Sottrarre liquidità alle banche significa sottrarre credito alle imprese", ha commentato Patuelli osservando che una misura del genere solleverebbe obiezioni di carattere giuridico.

Se, invece, il decreto sulla riforma del capitale della Banca d'Italia fosse convertito dal Parlamento nella prima decade di dicembre, via Nazionale potrebbe tenere l'assemblea per la modifica dello statuto entro fine anno e le banche conteggiare quanto dovuto al fisco per la plusvalenza.

"La Banca d'Italia è l'ultima in Europa a vedere aggiornato il suo capitale sociale e una tra le banche centrali più solide per tutti i parametri", ha detto ancora il presidente Abi.

Un documento messo a punto da esperti di via Nazionale disegna un azionariato privato diffuso per la Banca centrale che, se recepito nel decreto del governo, cancellerebbe una precedente norma mai attuata che prevedeva la proprietà pubblica della Banca d'Italia.

Al capitale viene dato un valore basato sul flusso di dividendi e le azioni, la cui redditività fino ad oggi è stata solo simbolica, diventano così cedibili.

"Ho ragione di confidare che nel decreto ci sia la rivalutazione delle medesime e quindi le quote diventeranno appetibili e sottoscrivibili oltre che per le Fondazioni anche per altri soggetti vigilati e nazionali", ha detto Patuelli. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia