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Borsa Milano, seduta nera dopo Pil 2° trimestre, banche bersagliate, giù Fiat

All'uscita della borsa di Milano, 13 settembre 2012. REUTERS/Paolo Bona

MILANO (Reuters) - Dopo le avvisaglie della vigilia a Piazza Affari si consuma una giornata nera dominata dal dato sul Pil italiano del secondo trimestre che gela le attese avvicinando lo spettro che l'intero anno sarà archiviato con il segno meno.

La seduta si era aperta all'insegna della debolezza a livello europeo sulla scorta delle rinnovate tensioni per la crisi Ucraina, ma la pubblicazione dei numeri Istat sul Pil del secondo trimestre 2014 (-0,2% in termini congiunturali, -0,3% tendenziale) inferiori alle stime già deludenti dei giorni scorsi, ha scatenato l'ondata di vendite.

Dalle sale operative i trader sottolineano il deciso deterioramento del sentiment degli investitori sull'azionario italiano iniziato già a giugno quando si sono visti i primi segnali di debolezza dell'economia e che ha portato allo smobilizzo di molte posizioni costruite dalla fine del 2013 quando quando il mercato era tornato positivo sul paese.

"Già da qualche mese tutti i dati che escono, e ultimo anche quello di questa mattina sugli ordini dell'industria tedesca, confermano una crescita dell'economia stentata", commenta un trader.

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"Ma il quadro peggiora a livello geopolitico con la situazione in Ucraina. Il rischio di una guerra alle porte può fare deragliare anche la debole ripresa. In questa situazione di eccessiva incertezza abbiamo chiuso tante posizioni. Meglio aspettare che si chiarisca il quadro", aggiunge.

L'indice FTSE Mib chiude in calo del 2,7% a 19.509,84 punti punti ai minimi dal 6 febbraio scorso. Dopo i dati sul Pil il paniere era arrivato a perdere oltre il 3%.

L'Allshare perde il 2,62%. Ribassi di poco oltre mezzo punto percentuale per Londra, Francoforte e Parigi. Intensi i volumi sull'azionario milanese, pari a circa 3,5 miliardi di euro.

Il comparto più penalizzato è stato quello bancario con diversi titoli che nel corso della seduta sono finiti in asta di volatilità.

Lo Stoxx italiano di settore segna un calo del 4,2% a fronte di un ribasso dell'1,4% di quello europeo. Soffrono in particolar modo le popolari. POPOLARE MILANO affonda del 7,89% colpita da forti realizzi dopo che il titolo dell'istituto di Piazza Meda si era distinto per un guadagno di oltre il 40% da inizio anno, il maggiore rialzo tra le blue chip.

POP EMILIA lascia sul terreno il 6,6%, MPS il 5,9%, UBI il 5,4%, BANCO POPOLARE il 4,8%, mentre INTESA e UNICREDIT contengono i ribassi entro il 4%.

Un trader parla di quotazioni, nel comparto bancario, tornate su supporti importanti.

Un'altra seduta da dimenticare per FIAT, in calo del 5,5% e più volte in asta di volatilità sui timori persistenti che vi possano essere richieste elevate di recesso in occasione della fusione con Chrysler. L'AD Sergio Marchionne si è detto tranquillo e ha detto che a ieri non è stata ricevuta nessuna notifica di recesso da parte degli azionisti.

Lo stoxx di settore europeo cede l'1,4%.

Debole ma meglio del mercato TELECOM ITALIA, in calo del 2,6%, dopo i conti semestrali che mostrano risultati in linea con le attese, ma gli investitori restano incerti sugli sviluppi in America Latina dopo l'offerta di ieri di Telefonica su GVT del gruppo Vivendi.

ATLANTIA, in calo del 3,3%, soffre il downgrade di un broker internazionale, segnalato da un trader che però fa riferimento anche allo sciopero bianco dell'aeroporto di Fiumicino che ha bloccato lo scarico dei bagagli.

Tra gli assicurativi UNIPOLSAI perde il 4,3% in attesa della risultati trimestrali che saranno diffusi a borsa chiusa.

Buona tenuta, pur con segno meno, per alcuni titoli più difensivi come ENI, SNAM TENARIS. Positiva PIRELLI, in rialzo dell'1,4% circa, grazie alla buona trimestrale annunciata ieri.

Tra i titoli minori spicca il balzo del 4,8% di INTERPUMP dopo i risultati del primo semestre mentre, in un'intervista a Reuters, l'AD Fulvio Montipò ha confermato la guidance sul 2014.

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