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Crisi: è boom di fallimenti in Italia. Tra 6 mesi sarà peggio

Continuano a crescere le procedure di fallimento delle imprese italiane, che nel periodo gennaio-marzo 2012, secondo uno studio di Cerved Group, sono aumentate del 4,2% rispetto all'anno precedente, per un valore assoluto di tremila nuovi procedimenti aperti. A questo numero impressionante, che si colloca in un trend negativo che prosegue da sedici trimestri, va poi aggiunto l'ulteriore problema delle tempistiche lunghissime per liquidare i creditori. Nel 2010 la durata media delle procedure era infatti di ben 9 anni, tempo parzialmente ridotto nel 2011, in cui la media è, per così dire, scesa a 8,6 anni, con un'oscillazione che va dai 5,7 anni del Trentino-Alto Adige agli 11,6 anni della Sicilia. Ritardi che si vanno a ripercuotere sulla liquidità di altre imprese spesso già in difficoltà.

E anche il fronte dell'export, che in questi anni aveva tenuto bene, comincia a vacillare. Infatti, la crisi che ha colpito la Spagna, la Grecia e il Portogallo si ripercuote inevitabilmente sulle aziende che commerciano con questi Paesi, che hanno visto un forte incremento dei mancati pagamenti. Questo spesso si accompagna a una forte riduzione del credito concesso dalle banche, innestando un circolo vizioso che trascina le aziende in un forte problema di liquidità.

Secondo uno studio di Euler Hermes, società del gruppo Allianz che ogni tre mesi pubblica un rapporto sull'andamento dei mancati pagamenti delle imprese in Italia, per le aziende che commerciano con l'estero c'è stato nel primo trimestre del 2012 un incremento del 18% di mancati pagamenti (a fronte di un aumento del 38% per quanto riguarda il mercato interno). Certo, è un dato che riguarda soprattutto le economie in difficoltà, in particolare i settori dell'edilizia e dell'agroalimentare in Spagna, Portogallo e Grecia o quelli della meccanica e della siderurgia in Austria, Polonia e Slovacchia, mentre va meglio per chi commercia con economie in crescita come la Turchia e il Marocco. Ma in generale, Euler Hermes stima che per i prossimi sei mesi i mancati pagamenti continueranno a crescere, fino a raggiungere alla fine dell'anno un incremento del 17% delle insolvenze. A questo punto, non resta che aspettare le tanto annunciate misure per la crescita promesse dal governo, ma ancora vaghe e indefinite, per provare a ipotizzare una strategia che permetta alle imprese di uscire da questa morsa.