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Debiti PA, UE va incontro all'emergenza italiana

Dopo numerose contrattazioni e a margine di una situazione economica sempre più difficile, la Commissione Ue ha concesso all'Italia la possibilità di emettere titoli pubblici speciali per far sì che le Pubbliche Amministrazioni saldino i propri debiti verso le imprese e fornitori.
E' quanto emerso dall'accordo raggiunto tra Antonio Tajani, commissario europeo all'industria e il responsabile europeo per l'economia e la finanza Olli Rehn.

Una decisione presa per arginare una situazione, quella delle imprese italiane, veramente critica: la liquidità è insufficiente per rimettere in moto l'economia ed è necessario "che lo Stato restituisca loro i crediti accumulati negli anni per i servizi eseguiti e mai pagati", come ha dichiarato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.
L'ammontare della cifra di cui si parla è di 48 miliardi di euro, su un deficit totale di 71 miliardi, il peggiore di tutta Europa, ma il dato non è univoco perchè il computo si basa su calcolo regionale.

Per garantire l'aiuto, Bruxelles chiede un piano di rientro per i debiti pregressi contratti dalla PA con le imprese: il pagamento dei debiti commerciali potrebbe infatti rientrare tra i "fattori attenuanti" nella valutazione del rispetto degli impegni presi sul deficit. Un allentamento da parte della UE del Piano di Stabilità che- continua la nota - "permette di prendere in considerazione fattori significativi in sede di valutazione della conformità del bilancio di uno Stato membro con i criteri di deficit e di debito del Patto stesso".

Per ottenere questo allentamento è  necessario però ottenere dati reali e cifre aggiornate sulla situazione italiana, soltanto allora si potrà programmare un "piano di liquidazione avente come obiettivo quello di portare tale ammontare di debito pregresso a livelli non attribuibili a ritardi nei pagamenti in tempi relativamente brevi", come si legge nel comunicato congiunto dei due commissari.
Sta ora al governo cercare le soluzioni tecniche più efficaci per risanare il debito pregresso e intervenire con "misure immediate per dare un segnale chiaro alle imprese che stanno pagando duramente i ritardi dello Stato", come dichiara la deputata PD Raffaella Mariani. Tra questi, il comparto edile è quello che soffre di più delle inadempienze della PA, con imprese fallite e boom dei licenziamenti. Anche se bisognerà intervenire in primis sulla sanità e sul suo debito nazionale di 35 miliardi.

 Bisogna operare in emergenza, questa la prima necessità. E questo è il primo problema, perchè - come riporta un articolo de Linkiesta - "le modalità di definizione del piano di rientro spettano al governo italiano, cioè al prossimo ministro dello Sviluppo Economico". Quindi, nella migliore delle ipotesi, se Bersani riuscirà ad ottenere la fiducia per formare l'esecutivo, l'insediamento del nuovo ministro ci sarà non prima di aprile e pur mettendo il piano di liquidazione al primo posto nell'agenda di governo, non sarà terminato in tempi brevissimi. Iter burocratici che fanno male all'economia.