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Der Spiegel, è polemica sui conti truccati dell'Italia per entrare nell'euro

Cosmesi finanziaria. L'Italia viene accusata dal settimanale tedesco Der Spiegel di aver truccato i conti per entrare nell'euro. E lo fa con prove alla mano, dopo aver spulciato l'intera documentazione dell'allora governo Kohl.
Secondo il settimanale amburghese, tra il 1996 e il 1998, l'allora premier Romano Prodi e il suo ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, definito "un creativo giocoliere finanziario", misero in campo "misure di risparmio cosmetiche", che "si basavano su trucchi contabili" e "ritirate non appena venne meno la pressione politica".

Una situazione economica, quella italiana, veramente critica, ma nota a tutti, soprattutto all'allora cancelliere Helmut Kohl, il quale avrebbe infine fatto prevalere l'opportunità politica al rigore finanziario. Anche perchè, secondo le dichiarazioni di Joachim Bitterlich, allora consulente di Kohl per la politica estera, la parola d'ordine era "non senza gli italiani": la Francia, infatti, aveva messo in chiaro che senza l'ingresso dell'Italia nell'euro avrebbe fatto dietrofront anche lei.
Così, nonostante non ci fosse alcuna speranza affinchè l'Italia rispettasse i criteri economici stabiliti dalla Germania e sebbene in una nota del 5 giugno il dipartimento economico della Cancelleria scriveva che "le prospettive di crescita italiane erano contenute e i passi per il consolidamento di bilancio sovrastimati", alla fine - continua Der Spiegel - "importanti misure strutturali di risparmio sono venute quasi del tutto meno per garantire il consenso sociale". Una decisione sbagliata, che secondo il settimanale creò il precedente per una scelta ancora più dannosa, quella dell'ingresso nell'euro della Grecia.

In attesa delle reazioni politiche italiane, in rete compaiono le prime accuse contro "l'arroganza tedesca", ricordando gli sforzi compiuti dall'Italia attraverso le dismissioni del patrimonio pubblico e la tassa per l'Europa che il governo Prodi introdusse per entrare nell'euro. Oltre alle misure che furono adottate per la convergenza economica, finanziaria e legale del Paese.
Diffamazioni, che per molti hanno il semplice scopo di far prevalere ancora una volta la supremazia tedesca. Ma non potendo negare gli errori dell'Italia: un mancato controllo - all'effettivo ingresso della moneta unica -  e un adeguato governo del changeover. Un errore politico, generato dall'illusione che all'unione economica si sarebbe affiancata anche l'unicità delle istituzioni della politica.