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Europa, l'austerità nega i diritti umani

Europa, l'austerità nega i diritti umani

L’austerità imposta dall’Unione europea per fronteggiare la crisi, minaccia i diritti umani dei cittadini. L’allarme è stato lanciato dal commissario per i diritti Economici, sociali, politici e civili dei cittadini europei, Nils Muiznieks che ha illustrato al Consiglio d’Europa i risultati di uno studio condotto dal Center for economic and social rights. “E’ necessario rinvigorire il modello sociale europeo fondato sulla dignità umana, la solidarietà intergenerazionale e l’accesso alla giustizia per tutti”, ha spiegato il commissario a Strasburgo.

Meno servizi per i cittadini che, nel frattempo, continuano a pagare più tasse, e la sempre minore sicurezza sul lavoro incidono, secondo lo studio europeo, negativamente sui diritti umani nell’Eurozona. Colpa anche delle riforme del mercato del lavoro e delle pensioni che hanno intaccato non solo il diritto al lavoro, ma anche quello alla casa, salute, all’istruzione, alla giustizia, al cibo e all’acqua. Per correre ai ripari il commissario Muiznieks propone ai governi dodici azioni concrete, partendo dal “delineare una nuova strada percorribile per allineare le politiche di ripresa economica con il loro obbligo di rispettare i diritti umani dei propri cittadini”. E entrando più nel dettaglio, secondo il commissario serve che “le politiche economiche e fiscali siano sottoposte a audit per valutare se le misure prese sono strettamente necessarie e per identificare le possibili alternative per trovare le risorse che occorrono”. I governi, inoltre, devono essere in grado di garantire, durante la crisi, l’accesso universale a servizi e beni essenziali. Ma anche regolamentare il settore finanziario perché “è loro dovere proteggere i cittadini dalle violazioni che le banche, agenzie di rating e altri possono commettere attraverso pratiche di credito predatorie e comportamenti irresponsabili”. Un avvertimento bello e buono alle lobby del credito.

I vari esecutivi di Eurolandia, tirando le somme, devono garantire i diritti umani dei loro cittadini, indipendentemente dall’austerità e dalla crisi economica. Già nel mese di ottobre Nils Muiznieks aveva denunciato come in Spagna si corresse il rischio di intaccare i diritti umani dei bambini e delle persone disabili, pubblicando le considerazioni sulla sua visita dello scorso giugno. “Sempre più bambini subiscono gli effetti di povertà, malnutrizione e abitazioni inadatte – ammoniva il commissario -. Questo fenomeno è molto preoccupante perché, a lungo termine, rischia di avere conseguenze devastanti per i più piccoli e per il Paese intero”. E la situazione in Italia? “Dai dati in mio possesso sembra che per ora in Italia continui a essere garantito l'accesso alla salute e all'istruzione”, ha risposto Muiznieks. Sottolineando come le priorità del governo Letta dovrebbero essere la lotta alla disoccupazione giovanile e quella agli sprechi e inefficienze. Perché d’accordo fare sacrifici, ma non va bene neanche l’austerità senza compromessi. In Italia, infatti, come altrove bisognerebbe analizzare tutte le possibili alternative prima di scegliere la strada del ferreo rigore poiché “i problemi non sono nati dalla crisi economica, ma sono stati aggravata da questa”.

L’attenzione sulla questione rimarrà alta. Come ha riportato anche il Wall Street Journal, in Grecia i sindacati hanno contestato i tagli alle pensioni, trovando appoggio anche dal Comitato europeo dei diritti sociali. Insomma l’ultimo rapporto del Consiglio d’Europa potrebbe anche diventare il trampolino di lancio per rimettere al centro la Carta sociale europea, ossia il completamento naturale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.