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Lavoro, cosa (non) si è fatto in 5 anni di legislatura

La situazione è drammatica ma non seria direbbe Ennio Flaiano, eterno soccorso nell’ermeneutica della politica italiana e della società da essa rappresentata. Già perché mentre il Paese affogava nella mota di una recessione capace di portare al fallimento 50mila imprese in 5 anni, il Governo – prima berlusconiano, poi montiano - temporeggiava e confinava nell’ombra dell’oblio 807 disegni di legge, molti dei quali pensati proprio per smarcarsi dalla crisi e tentare il rilancio. In questa stasi, però, il Parlamento ha approvato una “disciplina della professione di estetista e dell’attività di onicotecnico” e ha istituito la figura professionale del musicoterapista, mestieri sicuramente degni d’attenzione ma statisticamente meno incisivi, sulle sorti del Paese, di altri che non hanno ottenuto una nuova regolamentazione.

In quest’agenda di Governo di stampo surrealista, probabilmente ispirata dalla visione dei film di Luis Bunuel o dai racconti di Julio Cortázar, sono state approvate nuove “disposizioni in materia di incentivi all’utilizzo del verde pensile” e disciplinati percorsi turistici denominati “percorsi delle castagne”. Fra le varie attività di Governo vi è anche la “fondamentale” modifica all’articolo 131 della Costituzione, concernente l’istituzione della regione ‘Principato di Salerno’.

Se si è disorientati dalle leggi approvate che dire allora quando ci si trova al cospetto dei ddl che non sono passati? Prendiamo per esempio gli incidenti sul lavoro: nonostante siano stati presentati ben 44 disegni di legge per cercare di porre un argine a un fenomeno che, ogni anno, costa la vita a 1200 persone, nessun esame è giunto alla conclusione. Anche il testo per l’Istituzione della Direzione Nazionale contro gli infortuni o quello per ridurre i tempi nei procedimenti penali sulle violazioni delle norme anti-infortunistiche e di igiene sul lavoro sono rimasti lettera morta.

Per altri disegni di legge occorre addirittura tornare indietro di ben diciannove anni al 19 settembre 1994, all’epoca del primo Governo Berlusconi. Nel colpo di coda di quell’estate l’onorevole Ludovico Vico propose alcune “modifiche all’articolo 29 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, in materia di rilevazione e registrazione degli infortuni sul lavoro”. Presentato alla Camera il 29 aprile 2008, gli viene assegnato un esame in commissione per il 4 agosto di quell’anno. Esame che non si concretizza né quel giorno, né successivamente. Un destino analogo tocca anche al  “Fondo di solidarietà in favore delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, della strada e del dovere” presentato dall’ex Idv Stefano Pedica: presentato il 9 maggio 2008, approvato il 29 dello stesso mese, mai passato all’esame in Commissione.

Se si scorrono i testi si scoprono quattro ddl praticamente uguali per l’Istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro. Simili nell’intestazione e nei contenuti i quattro disegni di legge hanno un altro elemento in comune: nessuno di questi è mai stato approvato.  Sulle comode poltrone del Parlamento evidentemente il concetto di sicurezza sul lavoro è familiare quanto la legge di Hubble. Che al Governo ci fosse Silvio Berlusconi o Mario Monti nessun provvedimento in materia è stato preso: più che alla sicurezza dei lavoratori si è pensato alla sicurezza dei conti pubblici.

Nel 2012 la disoccupazione giovanile ha toccato il 35% e, anche in tal senso, sono state fatte una dozzina di proposte fra cui quella per  “l’erogazione di prestiti d’onore e agevolazioni tributarie e contributive per l’avvio di attività economiche e la promozione dell’occupazione giovanile e femminile nelle aree svantaggiate”. Nulla. Dal 2009 è fermo un disegno di legge popolare per l’introduzione del salario minimo intercategoriale e del salario sociale. Infine, per quanto riguarda il lavoro nero, i ddl non conclusi ammontano a 28. Come prigionieri in un girone dantesco, insomma, i molti ddl relativi al mondo del lavoro sembrano destinati a non riuscire a “riveder le stelle”. Fra tanti problemi forse è più facile pensare a una bella passeggiata nei percorsi delle castagne o, magari, a farsi rifare le unghie da qualche onicotecnico.