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Le minute FOMC si sono rivelate tutt’altro che banali

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) minute FOMC, pubblicate ieri in serata, si sono rivelate tutt’altro che banali. La pietra dello scandalo è stata l’indicazione che “la maggioranza dei membri ritiene che se i prossimi dati confermeranno l’accelerazione della crescita nel secondo trimestre, il miglioramento del mercato del lavoro, e i progressi dell’inflazione nei confronti del target del 2%, sarà appropriato che il Committee alzi i tassi a Giugno.

Si tratta di un mini shock, per un mercato che appena una settimana fa attribuiva un 4% di probabilità ad una mossa al prossimo FOMC, e a ieri, dopo un fuoco di fila di dichiarazioni di vari membri era giunto faticosamente ad un 14%.

L’aggressività delle minute è stata un po’ mitigata dalla notazione che “diversi membri sono preoccupati che il flusso di dati non permetta di farsi una sufficiente idea entro giugno dell’opportunità di un rialzo” , che contribuisce a spiegare perchè un riferimento così preciso al prossimo meeting non abbia lasciato traccia nello statement emesso il 27 aprile scorso. Interessante anche la parte in cui si è espressa la preoccupazione di alcuni membri che il mercato non stesse valutando correttamente la probabilità di un rialzo, preoccupazione che ha presumibilmente condotto alla retorica osservata negli ultimi giorni.

In soldoni, le ultime informazioni pervenute (retorica + minute) indicano che all’interno del FOMC non vi è consenso sull’opportunità di alzare i tassi prima dell’estate, ma è opinione diffusa che le condizioni per una mossa potrebbero presentarsi. Poichè le recenti regole non scritte di gestione della politica monetaria sconsigliano di procedere a politiche restrittive, quando queste sono totalmente inattese, occorre crearsi il margine di manovra necessario preparando il mercato alla mossa. Ed è, quello che il FOMC sta facendo.

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Ovviamente, la pubblicazione ha avuto un impatto significativo sui livelli degli assets. Il dollaro ne ha largamente beneficiato (Dollar index +0.7%), mentre i bonds, già deboli, hanno ceduto ulteriore terreno. L’azionario è girato in negativo, e Emergenti e commodities hanno pagato dazio. Le probabilità di una mossa scontate dai futures sui fed funds sono balzate al 29% su giugno e al 49% su luglio, tutta un altra storia rispetto a pochi giorni fa. Spettacolare la reazione del settore bancario che ha accelerato, in totale controtendenza col resto. D’altronde è tra i pochi business a giovarsi della possibile fine del periodo di “tassi eccezionalmente bassi”, per dirla con la Fed.

La giornata di oggi è passata interamente a digerire le novità.

La seduta asiatica ha tenuto assai meglio delle attese. Naturalmente Tokyo ha retto bene (per quanto in giornata abbia smarrito l’euforia dell’apertura), grazie alla ritrovata debolezza dello yen, tornato in area 110. D’altronde era stata la pausa della Fed a mettere nei guai Abe e Kuroda. Contenuta la reazione dei mercati cinesi, che invece subiscono in toto il ritorno di fiamma della Yellen col concetto di normalizzazione. Va detto che di recente hanno performato davvero maluccio. Secondo alcuni report lo scoperto sulle H-shares (le azioni cinesi quotate ad Hong Kong) è ai massimi dal ’98.

La seduta europea ha avuto un inizio tranquillo, cui ha fatto seguito una discesa ordinata. Il settore bancario è rimasto in significativa controtendenza, finchè sui bonds governativi non è comparso un rimbalzo, con focus sulle parti lunghe, che ne ha attenuato l’appetibilità. Ma è restato il miglior comparto dell’Eurostoxx.

Sui cambi il movimento è proseguito, con l’€ a tratti sotto 1.12 vs $. Le commodities hanno ovviamente corretto.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) pomeriggio, i dati macro US in uscita non hanno offerto spunti preziosi alla FED in vista di giugno. Il Chicago FED ha sorpreso in positivo (0.1 da prec -0.55 e vs attese per -0.2) mostrando attività economica sopra trend. Il Philly Fed per contro ha marginalmente deluso (-1.8 da prec -1.6 e vs attese per +3). Rientrati nei ranghi i jobless claims a 278.000 unità.

Quanto all’atteso discorso di Dudley, la parte interessante è venuta nella sezione Q&A, in cui l’influente presidente della Fed di NY ha chiarito che una mossa a giugno è definitivamente possibile, e dipende da come si evolverà il quadro macro. Si è detto sorpreso che i mercati fino a poco fà non abbiano dato peso alle comunicazioni della Fed e convinto che le probabilità attribuite ad un rialzo fino a ieri fossero troppo basse. Ora è soddisfatto del quadro prezzato. Insomma, il messaggio è totalmente coerente con le minute (che più che il resoconto di un meeting di 20 giorni fa, sembrano un pezzo scritto appositamente per essere commentato da Dudley).

La seduta europea si chiude con perdite sull’azionario, che pero resta nel recente range, euro in ulteriore marginale calo e rendimenti poco mossi.

Diversa (Amburgo: XA6.HM - notizie) è la situazione a Wall Street dove l’S&P sta lavorando sotto la neckline del ormai preclaro testa e spalle. Prima di trarre conclusioni vale la pena di osservare la chiusura di stasera e l’eventuale follow through, ma il quadro inizia ad essere esplicitamente correttivo. Il VIX sta tentando di emergere da un range che lo ha contenuto per un paio di mesi. Dovessero confermarsi queste 2 rotture, almeno a livello tecnico il quadro sarà chiaro.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online