Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 7 hours 32 minutes
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    38.079,70
    +117,90 (+0,31%)
     
  • EUR/USD

    1,0645
    -0,0001 (-0,01%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.724,29
    +2.116,02 (+3,67%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.313,74
    +428,21 (+48,37%)
     
  • HANG SENG

    16.385,87
    +134,03 (+0,82%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     

Mutui: se si sospende si pagano gli interessi

Mutui: se si sospende si pagano gli interessi

Sospendi la rata del mutuo? Dovrai pagare gli interessi. O meglio, gli oneri di sospensione. Chi decide di interrompere temporaneamente il pagamento per la prima abitazione, grazie al Piano Casa varato dal governo, deve fare i conti con una spesa che, in alcuni casi, può arrivare fino a 4mila euro. Si tratta degli interessi aggiuntivi, quelli che non paga lo Stato per intenderci, e che finiscono sul conto del cliente. E’ bene saperlo perché, giusto per fare un esempio, per un mutuo a tasso fisso di 150mila euro, sospeso per 18 mesi, gli interessi aggiuntivi sono di circa 4mila euro.

Nei conti fatti da Altroconsumo per il Corriere della Sera, le cifre variano in base al tipo di finanziamento. Se il mutuo è a tasso variabile, si pagheranno meno oneri, diversamente con il tasso fisso le spese salgono. La legge prevede che il Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa, nel periodo di sospensione del mutuo, paghi soltanto una parte degli interessi dovuti dal cliente: quella legata ai parametri di mercato. Per i mutui a tasso variabile - ossia quelli composti dall’Euribor più lo spread – il mutuatario, nel momento della ripresa del pagamento, si trova da saldare solo la quota legata allo spread. Per i prestiti a tasso fisso – composti da Irs più spread -, invece, oltre allo spread rimarrà la differenza fra Irs al valore odierno e quello alla data della stipula del mutuo. Considerato che i tassi sono in discesa, gli interessi si pagheranno quasi per intero.

Per rendere meglio l’idea, Altroconsumo ipotizza due casi. Nel primo, il signor Rossi ha un reddito Isee sotto i 30mila euro, ha acceso un mutuo prima casa di 100mila euro a 20 anni nel dicembre del 2008, al tasso fisso del 5 per cento (Irs 20 anni 4 per cento, più spread all’1 per cento). Chiede di sospendere il mutuo, causa perdita del lavoro, per il periodo massimo consentito dalla legge, ossia 18 mesi. Il suo capitale residuo da rimborsare è di 83mila e 455 euro a 15 anni: dopo la sospensione ne dovrà versare 86mila e 494, perché si sono aggiunti gli oneri di sospensione per ben 3mila e 39 euro. Nello specifico, il Fondo di solidarietà si accolla solo la quota di interessi al 2,49 per cento (ossia il valore odierno dell’Irs a 15 anni). In sintesi al signor Rossi resta da coprire il 2,51 per cento. Gli sarebbe andata meglio se avesse scelto un mutuo a tasso variabile: si paga solo lo spread, con oneri per mille e 211 euro. Il secondo caso ipotizzato: mutuo ventennale di 150mila euro, stesse condizioni economiche. Già pagati dieci anni, capitale residuo di 93mila e 332 euro. Anna Vizzari di Altroconsumo calcola che gli oneri di sospensione peserebbero per 3mila e 912 euro per il tasso fisso e mille e 322 per quello variabile.

Gli oneri si sospensione non si dovranno pagare tutti subito. E’ prevista anche una distribuzione sulle rate mensili. L’Abi, l’Associazione bancaria italiana, precisa che non c’è il rischio di pagare interessi sugli interessi: “E’ un valore incrementale della rata che non genera nuovi interessi. La cosa importante è che la legge ti permette di sospendere il pagamento”. Nel 93 per cento dei casi la sospensione della rata segue la perdita del lavoro. Per le famiglie in difficoltà, circa 10mila secondo l’Abi quelle che hanno aderito al Fondo negli ultimi otto mesi, è una scelta quasi obbligata. A queste famiglie, si aggiungono quasi 100mila risparmiatori che hanno ottenuto la sospensione delle rate con il precedente Piano Famiglia dell’Abi, iniziato nel 2009 e concluso a marzo del 2013. Nel breve periodo chi avrà necessità di maggiore liquidità, potrà optare per la moratoria. Con tutti gli oneri del caso, sia chiaro. E piuttosto alti per un mutuo a tasso fisso.