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Il navigatore per le biciclette

Anche in Italia arriva Naviki, navigatore per le bici e social network che usa la stessa piattaforma da Berlino a Roma

Alla Sapienza in bicicletta (foto Costanza Bianchi)

Se amate le due ruote, come chi scrive, vi sarà capitato certamente, mentre siete sulla bici, di chiedervi qual è il percorso migliore da fare o quali piste ciclabili ci sono nei dintorni o, ancora, se è meglio, per un giorno da cicloturista, quell’itinerario anziché quell’altro. E vi sarete anche chiesti perché non c’è anche per le bici un navigatore continuamente aggiornato.

I dubbi, da qualche giorno a questa parte, trovano la sua risposta in Naviki – crasi tra Navigator e Wikipedia – un navigatore approdato di recente in Italia, pensato esclusivamente per chi ama spostarsi in bicicletta. Per averlo, basta avere uno smartphone, andare sul sito e scaricare l’app gratuitamente (previa registrazione) per poi potere caricare i percorsi ciclabili preferiti (sì, anche in tempo reale) e condividerli con gli amici.

Se vi sembra in qualche modo un "Facebook delle biciclette”, ci siete andati vicini: “Il modello è quello di un social network di ultima generazione”, dice Gabriele Giustiniani, ricercatore del Centro di ricerca per il Trasporto e Logistica dell’Università La Sapienza di  Roma “e permette di fare tantissime cose. Oltre appunto a caricare i vari percorsi ciclabili e condividerli, Naviki  - che è un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea e di cui il CTL della Sapienza fa parte - consente poi di localizzare le postazioni di bike sharing o la rete di piste ciclabili che collegano le principali città europee”.

Anche in questo caso è la Germania a fare scuola: Naviki infatti è nato qualche anno fa grazie all’Università Tecnica di Munster. “Quattro anni fa in quella città - continua Giustiniani - dove le bici sono tantissime, si è deciso di creare un navigatore che si appoggiasse su grafica e tecnologia open source. Il progetto ha avuto così successo che la Commissione Europea ha deciso di estenderlo a tutta l’Europa.  Da Roma a Berlino, da Vienna a Madrid, tutti utilizzano la stessa piattaforma tecnologica. E oltre all’Italia ci sono anche l’Austria, la Francia e la Spagna. Quanto ai partner, oltre a noi della Sapienza, infatti tra i partner ci sono anche la Federazione dei ciclisti danesi, l’Ente Danese per il Turismo e altri. Quanto alla parte con cui ha contribuito l’Italia e nello specifico il nostro centro, abbiamo visto quali funzioni aggiungere per adattarlo ancora di più al nostro contesto. In particolare abbiamo lavorato sulle statistiche e sulla libreria”. 

Le statistiche permettono all’utente che ha registrato i suoi percorsi, di capire nello specifico: quanti soldi si sono risparmiati nello scegliere di spostarsi in  bicicletta facendo fare anche così dei ragionamenti economici sulla convenienza del mezzo, quante emissioni di co2 (Naviki strizza l’occhio all’ambiente) si sono risparmiate e – cosa che non guasta mai – anche quante calorie si sono bruciate.

Con la libreria, invece” aggiunge Gabriele, “diamo la possibilità di scaricare gratuitamente delle guide per il cicloturismo”. Inoltre, il mettere su Naviki alcuni percorsi ciclabili consente anche il loro ranking: se una strada è stata scelta da più ciclisti è molto più probabile che sia quella più adatta per raggiungere quella determinata meta. Inoltre, sono previsti commenti, interazioni, insomma tutto come un social network tradizionale”.

A risparmiare non è solo il cittadino che scarica le guide e sceglie un mezzo economico come la bici, ma anche le Amministrazioni comunali che “possono scegliere di avere una pagina loro dedicata in cui inseriscono i propri percorsi ciclabili. A differenza di come avviene con altri sistemi che vanno costantemente aggiornati, Naviki essende open source, si aggiorna automaticamente sia grazie ai contribuiti dei cittadini che anche senza particolari interventi esterni per le PA”.

Una pagina per ora gratuita “in quanto finanziata dalla Commissione Europea, ma che poi avrà un costo, per fare un esempio di una città di piccole dimensioni di 5mla persone, di mille euro l’anno”. Quali amministrazioni abbiano già detto sì a Naviki, Gabriele non lo rivela (ma conferma che c’è un certo interesse), però ci dice anche che su Naviki è possibile anche che le ciclofficine utilizzino dei widget per indicare al ciclista il percorso più celere per raggiungerle (mai sia ti si rompa il freno o si buchi la ruota) e che in Germania - dove tutto ha preso vita – si sta integrando Naviki con le fermate del trasporto pubblico che vengono segnalate vicino ai percorsi ciclabili. Obiettivo dichiarato quello aiutare il più possibile la mobilità sostenibile. E l’Italia? “Per ora qui Naviki è un grande contenitore, ma stiamo lavorando per farlo conoscere”. Appassionati di bici, è il vostro turno.