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Pizzaioli cercasi: seimila posti vacanti in Italia

La pizza è uno dei piatti più amati della cucina nazionale, tanto da essere diventato, su scala globale, il simbolo del buon cibo italiano. Tradizionali o al taglio, con servizio ristorante o semplici take away, le pizzerie si moltiplicano in ogni dove. Tanto che i più appassionati la mangiano persino alla mattina. Eppure nonostante l’offerta sia enorme, circa 240mila addetti in tutta Italia, la richiesta dei consumatori rimane superiore.

La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), attraverso il suo presidente Enrico Stoppani ha dichiarato al Corriere della Sera che nel nostro Paese mancano 6mila pizzaioli qualificati che siano in grado di colmare questa lacuna: “I nostri giovani la percepiscono come una professione a basso valore aggiunto. Anche chi frequenta l'alberghiero opta per la vita di chef nei grandi alberghi. Ma il vantaggio di imparare a fare bene la pizza è quello di trasformarsi da subito in imprenditori di se stessi”. 

I posti vacanti potrebbero crescere nei prossimi mesi: la crisi economica sta cambiando i consumi alimentari, i modi e i luoghi di ritrovo. La pizzeria costa meno del ristorante, l’alimento è equilibrato e completo e soprattutto piace a tutti. Quindi il rischio d’impresa, per chi voglia anche soltanto aprire una pizzeria al taglio, è ridotto. Anzi sono proprio le pizzerie al taglio a far registrare un successo sempre crescente, specialmente nelle grandi città dove sono frequentatissime in pausa pranzo.

Sono soprattutto gli egiziani a essersi specializzati in questa nicchia: nelle grandi città come Roma e Milano, ma anche negli altri capoluoghi di provincia, hanno aperto centinaia di punti vendita che restano spesso aperti dalla mattina alla notte vendendo pizze, focacce e altri prodotti da forno.

Nonostante l’impulso dato dagli immigrati, la richiesta da parte dei consumatori resta superiore e gli esercenti sono alla ricerca di 6mila addetti per riequilibrare la situazione. Con la contrazione del potere d’acquisto è uno dei pochi settori a non conoscere flessioni, anzi. Anche gli italiani accorreranno a mettere le mani in pasta?