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Redditi dei parlamentari online: solo 1 deputato su 3 acconsente

L'operazione trasparenza ha meno effetto sul Parlamento: dice sì 1/3 dei deputati e 1/6 dei senatori

Camera dei Deputati (Kikapress)

I ministri e i sottosegretari si sono messi in regola per quanto riguarda la pubblicazione dei propri redditi e dei propri patrimoni. Ora l'operazione trasparenza si sposta al Parlamento, ma l'efficacia non sembra la stessa. L'iniziativa di mettere online redditi e patrimoni di deputati e senatori è stata lanciata dalla deputata radicale Rita Bernardini. Ma all'appello non hanno risposto tutti, anzi. Soltanto 205 deputati su 630 (circa 1/3) hanno acconsentito alla pubblicazione dei propri beni. Mentre al Senato, la situazione è ancora più fosca: solo uno su sei, per la precisione 51 su 315.

Guarda i redditi dei ministri del Governo Monti


Finora, per quanto riguarda gli onorevoli di Montecitorio, sono disponibili online, sul sito della Camera, i redditi di 198 deputati, mentre degli altri sette che hanno sottoscritto la liberatoria (D'Alessandro, Marchignoli, Miglioli, Migliori, Molteni, Ruvolo e Sbrollini) i dati saranno visibili a breve.

Tra gli assenti illustri, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il leader della Lega Umberto Bossi, il segretario del Pdl Angelino Alfano e l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Invece, tra i leader virtuosi da questo punto di vista, che cioè hanno messo online i loro dati di reddito e patrimoniali, ci sono Pier Luigi Bersani del Pd, Pier Ferdinando Casini dell'Udc, Antonio Di Pietro dell'Idv.

Quindi, facendo riferimento alle dichiarazioni disponibili, tra i leader di partito quello che dichiara il reddito più alto è Antonio Di Pietro con 186.457 euro annui. Inoltre il numero uno dell'Idv rende noto che ha acquistato fabbricati e terreni a Montenero di Bisaccia.

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani dichiara un reddito di circa 137mila euro (121mila euro dalla retribuzione come parlamentare e 16mila euro dall'affitto di due case in comproprietà con la moglie). Dice inoltre di possedere due automobili: una Renault Megane e una Twingo.

Il leader Udc Pierferdinando Casini non si limita a dichiarare il suo reddito (126.592 euro) ma rende noto anche il suo patrimonio mobiliare in ambito finanziario. Ha comunicato le azioni comprate (tra le quali 967 di Intesa Sanpaolo) e quelle vendute (tra cui 1.525 di Unicredit).

I deputati "trasparenti" del Pdl sono pochi. Spicca, tra questi, l'ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta che ha dichiarato di guadagnare 279.129 euro lordi: tra gli ex ministri è il più ricco. Rende pubblici i suoi beni anche l'ex capo della diplomazia italiana Franco Frattini, che nel 2010 ha guadagnato 243.466 euro che hanno scelto la trasparenza. In tema di ex ministri, non si è sottratto all'operazione trasparenza neanche l'ex titolare degli Interni, Roberto Maroni, che ha dichiarato un reddito di 171.061 euro.

Il Pd ha aderito all'iniziativa più di buon grado. Tra i democratici sono molti quelli che hanno firmato la liberatoria per pubblicare sul web i propri redditi. Il più ricco tra i maggiorenti del partito risulta il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, con un reddito complessivo lordo di 254.431 euro. Lo segue a ruota il presidente del partito, nonché vicepresidente di Montecitorio, Rosy Bindi. Il suo guadagno è di 242.419 euro.

Massimo D'Alema
dichiara 165.525 euro e supera il suo rivale interno storico, Walter Veltroni, che ha cumulato 151.366 euro, e il vicesegretario Pd Enrico Letta, arrivato a quota 163mila euro. Infine, la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, ha fatto sapere che il suo reddito è di 116.556 euro.

Tenendo presente che la maggior parte dei parlamentari ha reso pubblico solo il proprio reddito senza specificare i beni patrimoniali (a differenza di quanto fatto dai membri del governo), e che solo in pochi hanno aderito all'iniziativa di trasparenza, risulta tra i più ricchi dell'intero Parlamento il senatore del Pdl Raffaele Lauro, che dichiara 339.843 euro. Lauro è la stessa persona che poco tempo prima aveva bacchettato l'esecutivo per i ritardi nell'operazione trasparenza.