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Redditometro: come rispondere alla lettera del Fisco

In questi giorni 35mila cittadini italiani sono stati raggiunti da una lettera del Fisco sul nuovo redditometro, uno strumento di controllo fiscale sul reddito dichiarato che sta passando al vaglio il periodo d'imposta del 2009. Le missive sono già partite e intendono far luce su alcune incongruenze degli italiani sui redditi dichiarati.

Cos'è. Questa lettera parte qualora il Fisco rilevi scostamenti del 20% tra il reddito dichiarato e il reddito determinabile. Le spie che segnalano all'Agenzia dell'Entrate questa anomalia sono l'acquisto d'immobili, le spese per energia, abbigliamento e alimentari, tempo libero, mobili, elettrodomestici, trasporti, giochi e cultura.

Come reagire. Le lettere hanno un tono molto cordiale e sollecitano la collaborazione degli utenti: invitano a presentare dei documenti specifici che possano dimostrare l'esistenza di redditi precedentemente dichiarati, che possano così giustificare le uscite che al Fisco appaiono incongruenti. In questa fase è opportuno collaborare e presentare tutta la documentazione in proprio possesso per chiarire la propria posizione. Questo atto, qualora faccia luce sui consumi sostenuti, fa terminare immediatamente il contradditorio. In caso contrario il dibattimento si protrae e il contribuente sarà chiamato a giustificare sia le spese documentate sia altre quantificate in base ai dati Istat.

Inoltre in questa seconda fase il contribuente dovrò dimostrare come sono stati finanziati gli acquisti dei beni più costosi, se considerati incongruenti con il reddito dichiarato: si parla di gioielli, viaggi, spese sanitarie, tutto ciò che implica un ingente dispendio di denaro. In questa fase del contraddittorio il contribuente potrà supportare la sua documentazione, qualora incompleta, anche con argomentazioni logiche che facciano luce sulla discrepanza reddituale incriminata.


Come rispondere.
Le direttive da seguire nel caso si venga raggiunti da una di queste lettere le fornisce proprio l’Agenzia delle entrate con la circolare omnibus, la n. 24/E del 31 luglio scorso. In questa circolare è previsto che il contribuente abbia 15 giorni di tempo per recarsi alla sede territoriale dell'Agenzia delle Entrate con la documentazione adeguata che provi l'inesattezza delle informazioni acquisite. Qualora questo tempo non fosse sufficiente al contribuente per chiarire la propria posizione, si può chiedere una dilazione di tempo sulla consegna della documentazione. L'importante è rispondere a questa lettera: ignorarle può costare caro, da 258 a 2065 euro, sanzione applicata a chi non darà riscontro all'Agenzia dell'entrata entro 15 giorni.