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Una panciera l’ha resa miliardaria

Sara Blakely è la più giovane imprenditrice miliardaria della classifica di Forbes. E il suo business riguarda tutti: quello delle panciere

Datemi una panciera e vi solleverò il mondo. Più o meno. La storia di Sara Blakely, miliardaria che si è fatta da sola, sulla base di una buona idea, troneggia da qualche giorno sulle prime pagine dei giornali più importanti del mondo. Non ultima la copertina di Forbes.Quando il suo nome ha fatto capolino sulla lista dei più ricchi del mondo, come donna più giovane ad aver raggiunto il suo primo miliardo da sola, senza l’aiuto di nessun padre, marito o mecenate, in molti, tra i ricconi del pianeta, si sono guardati in faccia chiedendosi chi mai fosse questa giovane bionda che da sola era arrivata nella classifica dei ricchissimi.

La risposta è presto detta: Sara Blakely è quella delle panciere, anche se è più corretto chiamarle guaine. Il suo business, nato dall’evidenza che prima o poi tutto, per effetto della forza di gravità tende a cadere verso il basso e che se il trucco c’è è bene che non si veda, l’ha portata nel giro di pochi anni, meno di dieci, a essere una delle produttrici di intimo (di ogni tipo: maschile, femminile, elegante, e casual, calze, costumi da bagno eccetera) più importanti al mondo.

La sua Spanx, una speciale guaina contenitiva da lei creata, realizzata in nylon e spandex, in grado di appiattire o alzare le forme in modo del tutto invisibile ha conquistato il mercato americano (e i fianchi di dive oversize e non come Oprah Winfrey, Madonna o Gwyneth Paltrow). La storia di Sarah, poi, è molto in linea con i dettami del sogno americano, poirchè è la storia di una ragazza che si è fatta completamente da sola, partendo da zero, armata solo di cocciutaggine e di un’idea.

Ex venditrice porta a porta di macchine fax, Sara Blakely ha avuto l’intuizione che l’ha resa ricca una sera che doveva indossare dei pantaloni color crema che, impietosamente, lasciavano trasparire il segno antiestetico di un perizoma. Ovvio al problema tagliando un paio di collant contenitivi. L’effetto fu ottimo e da quel rimedio casalingo prese vita il primo progetto di Spanx. “Io stessa sono stata il mio focus group e fin da quando ho indossato il primo prototipo, ho potuto vedere la differenza che faceva sul mio corpo e nel mio guardaroba e da quel momento ho avuto la certezza che avrebbe funzionato”.

In realtà l’iter da semplice ragazza alle prese con un paio di pantaloni chiari a imprenditrice miliardaria è stato un po’ più complicato. La stessa Sara, sul suo sito racconta come è andata: “Ho cercato per mesi uno stabilimento che volesse dare spazio alla mia produzione,ma tutti mi facevano sempre le stesse tre domande: 'Chi sei? Chi rappresenti? Chi ti finanzia?'. La risposta a tutte e tre le domande era sempre la stessa: Sara Blakely”. Una risposta che non bastava e che faceva sì che i produttori le chiudessero la porta in faccia. Tutti tranne uno, a dimostrazione del fatto che l’America è il paese “dei liberi, dei coraggiosi” e dei cocciuti.

Una volta partita, il resto è venuto da sé, e Sarah ha potuto contare solo sul suo stesso aiuto, indossando per tre anni la sua guaina per diventare “la testimonial di se stessa”. Partita con un investimento di 5.000 dollari, Spanx oggi conta 125 dipendenti ed è stata valutata da quattro banche di investimento di Wall Street, scrive Forbes, intorno al miliardo di dollari. Oggi, l’azienda, interamente posseduta dalla Blakely, ha zero debiti, non ha mai fatto uso di investimenti esterni e nemmeno di pubblicità. Insomma gode di ottima salute. Perché finché ci sarà la forza di gravità ci sarà bisogno di qualcosa che “sostenga”.