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UK: le nuove etichette sui cibi che spaventano il mercato italiano

UK: le nuove etichette sui cibi che spaventano il mercato italiano

Basta con salami, formaggi e dolciumi. La Gran Bretagna sta per dire addio a tutte le prelibatezze del made in Italy - e di tutto il sud Europa in genere - mettendo al bando grassi e zuccheri dalla loro dieta alimentare, e quindi, dal mercato.

Il dipartimento della Salute del governo britannico ci aveva già provato un paio di anni fa attraverso il "semaforo" sui cibi, un particolare sistema di etichettatura che serviva a mettere in guardia il consumatore da un eventuale eccesso di colesterolo o glicemia: verde se il prodotto è ok, giallo se bisognava fare attenzione, rosso se era off limits. Un sistema bocciato dall'Unione Europea, proponendo altre norme, come esporre le informazioni nutrizionali sui prodotti alimentari e la provenienza. Tuttavia, nonostante il niet di Bruxelles, in UK il sistema è stato applicato con metodi analoghi da alcune aziende di distribuzione come Tesco e Sainsbury’s.

La bocciatura del semaforo non ha però frenato la Gran Bretagna, che oggi ritorna sulla questione della sicurezza alimentare adottando un altro tipo di etichettatura molto pericolosa per il mercato dei prodotti mediterranei, Italia in primis. Alimenti come la mortadella, l'olio d'oliva, i sughi e i dolci potrebbero essere bannati dalle tavole degli inglesi, provocando un ulteriore, drastico problema al settore dell'export italiano. Un settore fiorente, nonostante la crisi economica, che potrebbe collassare per qualche caloria in più. Provocando ingenti danni all'economia nazionale.

Secondo alcuni dati di Federalimentare, solo in Gran Bretagna l'Italia nel 2012 ha esportato e venduto prodotti agroalimentari per un valore di 2,3 miliardi di euro, il 6% in più rispetto all'anno precedente. Una crescita che, stando ai dati attuali, si sarebbe confermata anche nel primo semestre del 2013 (+4%), in particolare grazie ai formaggi italiani, ai dolci e alle carni preparate, soprattutto suine. Un trend molto positivo, che a causa di una tabella troppo drastica e tecnica potrebbe interrompersi.

L'allarme arriva dalle associazioni di categoria: se il direttore generale di Federalimentare, Daniele Rossi, si dice pronto a intervenire a livello europeo attraverso "un'azione energica verso le autorità inglesi" che possa frenare questo nuovo sistema che - assieme alla food tax ed altre accise ai confini penalizzano il mercato italiano - la Coldiretti teme questa "visione tecnicistica della qualità che rischia di mischiare il prodotto buono e quello cattivo".

Allarmi e timori che hanno raggiunto subito i vertici politici, dove Paolo de Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo - all'epoca uno dei principali oppositori del semaforo inglese - sostiene che sia già efficace l'etichetta europea con tutte le informazioni obbligatorie approvate dalla Commissione UE, uno strumento che "informa sui contenuti ma senza influenzare le scelte". Cosa che non avviene invece con la decisione dei nuovi bollini made in UK, una scelta che "potrebbe porsi in contrasto con il mercato unico", conclude de Castro.