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Valleverde, in crisi un altro famoso marchio italiano

A cavallo fra gli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio, Valleverde non era solamente uno dei marchi della manifattura italiana con bilanci a prova di bomba, ma si proponeva come la scarpa del futuro, lanciandosi sul mercato internazionale con testimonial come il premio Oscar Kevin Costner e il ferrarista Eddie Irvine. “È bello camminare in una Valleverde” era lo slogan sornione che rimbalzava sui media.
 
Quindici anni dopo, l’azienda di Coriano di Rimini ha dichiarato fallimento e nelle ultime ore sono scattate perquisizioni a catena in sei città del Nord. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini ha ispezionato le abitazioni e gli uffici dei vertici vecchi e nuovi del calzaturificio, un atto conseguente al fallimento della Spes Spa e della Valleverde Srl.

Proprio alla Valleverde Srl spettava il compito di gestire gli asset societari, ma i vertici aziendali hanno chiesto il fallimento lo scorso 19 gennaio. E mentre i 130 dipendenti del calzaturificio hanno inscenato una protesta che continua sotto l’abitazione del curatore fallimentare, i finanzieri cercano di dipanare la matassa: secondo gli inquirenti attraverso un intreccio societario e un utilizzo strumentale del concordato preventivo l’azienda si è vista sottrarre 10 milioni di euro.

E ora sette, fra imprenditori e manager, sono stati iscritti nel registro degli indagati dal pm Luca Bertuzzi. Il più noto di tutti è Armando Arcangeli, fondatore dell’originaria Valleverde Spa, mentre gli altri indagati sono l’ex direttore generale e poi liquidatore della Spes, Antonio Gentile, l’amministratore Enrico Visconti, Ernesto Bertola, il responsabile finanziario David Beruffi, Raffele Piacente e una dipendente della Srl.

Durante le perquisizioni sono stati sequestrati documenti e materiale informatico. La Guardia di Finanza ha scoperto una truffa che vede coinvolte la nuova e la vecchia gestione dell’azienda: l’affitto dell’azienda per la gestione del calzaturificio e del magazzino non è mai stato pagato dalla Valleverde Srl che sostiene di aver cessato il pagamento del canone alla sparizione del magazzino. In realtà i fondi sarebbero stati dirottati verso altre società.

E a rimetterci sarebbero stati i lavoratori che sono senza stipendio da tre mesi e che sostengono le ragioni dei nuovi vertici aziendali, unitamente ai manager che protestano contro il provvedimento di sequestro previsto sia per lo stabilimento riminese di Coriano che per la rete di punti vendita sparsa in tutta Italia.