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Sardex: cos'è e come funziona la moneta virtuale della Sardegna

Niente tassi di interesse, né di scambio: gli imprenditori sardi si sono organizzati con una valuta virtuale. E funziona.

Ricordate i Linden Dollars, la moneta virtuale che circolava su Second Life?
Forse è a quel progetto ormai perduto nell'archeologia della rete che si sono ispirati gli inventori  del circuito che raccoglie oltre 600 imprese sarde accomunate dall’utilizzo di una moneta virtuale, il Sardex.

La valuta circola esclusivamente su internet, ma già è stata abbondantemente oltrepassata la soglia di un milione di esemplari.

Il Sardex è concepito come un fido bancario e funziona come una camera di compensazione di debiti e crediti.

Non è previsto alcun tasso di interesse e la valuta viene utilizzata esclusivamente per scambiare oggetti o servizi. I principi che animano il circuito sono quelli della solidarietà e del mutuo soccorso: se un membro della comunità si indebita, gli altri giungono in aiuto.

Questo meccanismo costituisce un importante argine al fenomeno dei fallimenti anche perché è accettato qualsiasi tipo di società, escluse quelle farmaceutiche, di armi e finanziarie. Tutta l'impalcatura valoriale del sistema è quindi sostenuta da una sorta di capitalismo etico. Ogni anno le varie aziende aderenti pagano infatti un canone di iscrizione che oscilla dai 350 per le piccole imprese a i 2.500 per quelle più grandi. In cambio ogni società riceve una somma di Sardex con cui effettuare transazioni. Il fine non è l’accumulo del capitale, ma la circolazione di valuta negli scambi commerciali.

L’impresa che desideri entrare nel circuito si deve registrare sul portale e viene poi contattata da un broker che spiega regole e funzionamento.

A quel punto scatta la promozione, tramite i matching: richieste ed esigenze di ogni impresa vengono incrociate e combinate tra loro così da far incontrare domanda e offerta.

L’idea è stata partorita nel luglio 2009 da quattro neolaureati, Gabriele e Giuseppe Littera, Marco Mancosu e Pietro Sanna. Percorsi formativi diversi, da lingue a marketing passando per lettere, ma in comune un amore sconfinato per la propria terra d’origine.

La scintilla è scoccata dopo aver studiato esperienze, passate e presenti, sperimentate in altri Paesi.

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Come modello principe fu immediatamente individuato il wir svizzero, creato nel 1929 in piena depressione economica. In origine l’iniziativa fu accolta come il solito tentativo, a metà tra disperazione e creatività, per fronteggiare la violenta crisi economica. In breve però molte aziende, dopo aver verificato la bontà del progetto, hanno aderito. A fine 2011 il fatturato aveva toccato quota 300mila euro e oggi la società impiega 10 dipendenti, tutti con età compresa tra 27 e 36 anni. I profili professionali sono estremamente vari: broker, informatici, esperti di diritto amministrativo, grossi conoscitori delle strategie comunicative.

Il progetto è destinato a espandersi. Al circuito attualmente possono aderire esclusivamente i titolari di partita Iva, ma a fine mese partirà una sperimentazione rivolta ai privati cittadini. Quest’ultimi potranno effettuare acquisti in euro e in cambio riceveranno bonus in sardex, da investire all’interno del circuito. In questo modo l’utente usufruisce di un servizio gratuito, mentre il sistema prosegue la sua fase di crescita.

Il successo sembra solo agli esordi. E, infatti, già si registrano i primi emuli: in Sicilia è appena sbarcato il Sicanex.