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Facebook quotata in borsa. Pro e contro

L'attesa sta per finire. Dopo mesi di annunci, a breve si conoscerà l'esito dell'Ipo più seguita degli ultimi anni, quella che ha per protagonista Facebook, il social network più popolare al mondo. L'interesse mostrato dai risparmiatori è stato enorme perché sono numerosi coloro che vedono nella società il miglior traino per partecipare alla crescita del settore, ma non è detto che il titolo è destinato a volare nelle prossime settimane. Proviamo a considerare le principali caratteristiche di questo collocamento per valutarne pro e contro.

I big in crescita
In attesa di conoscere il prezzo effettivo del collocamento, la forchetta indicativa tra i 28 e i 35 dollari per azione colloca Facebook su valori compresi tra 77 e 96 miliardi di dollari. Per avere un termine di paragone con un altro campione dell'Internet economy, quando nel 2004 Google è sbarcata a Wall Street, è stata valorizzata 23 miliardi di dollari, cifra poi salita progressivamente fino a sfiorare quota 200 miliardi. E chi nel 1986 ha acquistato Microsoft, oggi si trova fare i conti con un valore cresciuto di 435 volte. Insomma, performance stellari per big assoluti del settore come Facebook.

Delusioni recenti
Eppure l'esito non è scontato, almeno nel medio periodo (mentre nel breve il rialzo appare molto probabile in seguito alla pressione di coloro che resteranno esclusi dal riparto): numerosi analisti pongono l'accento sulle delusioni create dalle Ipo più recenti. Come Groupon, balzata del 30% al momento dello sbarco in Borsa, ma che oggi — a sette mesi di distanza — cede metà del valore iniziale. O come la regina dei giochi online Zynga, in calo di circa 15 punti percentuali, a differenza di Linkedin, che invece cresce a due cifre rispetto al valore di collocamento.

Punti di forza e di debolezza
Tanta differenza tra i diversi titoli si spiega essenzialmente con una ragione: chi acquista titoli delle società hi-tech non lo fa tanto in base ai dati di bilancio attesi per quest'anno, ma sulle prospettive di medio-lungo periodo. E queste ultime spesso sorprendono (in positivo o in negativo). Così, se Facebook può vantare dalla sua un parco utenti che sfiora quota 1 miliardo (un patrimonio di informazioni su gusti e preferenze di consumo), è pur vero che sta crescendo il numero di utenti che accede al popolare social network dal telefonino, con una visualizzazione che lascia minori spazi — e quindi possibilità di guadagno — agli inserzionisti pubblicitari. Senza dimenticare le riserve sollevate da qualche analista per gli assegni staccati per le ultime acquisizioni: un miliardo di euro per un sito di photo sharing come Instagram — per quanto leader di settore — non è certo una somma contenuta. Al di là dei ricavi e dei confronti con i competitor, la sensazione è che a influenzare il prezzo di Facebbok sarà in primo luogo la fiducia dei risparmiatori sulla sua capacità di proseguire nella crescita galoppante anche negli anni a venire. Una previsione che — per forza di cosa — non si presta a calcoli matematici, nemmeno approssimativi..