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Il risveglio del Giappone

Da oltre un decennio il Giappone è il grande malato dell’economia mondiale, invischiato in una stagnazione dalla quale stenta a tirarsi fuori. Eppure oggi lo scenario appare più roseo del passato, tanto che diversi analisti hanno deciso di rafforzare le posizioni sul Paese asiatico. Vediamo quali sono le attese e i rischi per i prossimi mesi.

Morgan Stanley entusiasta

Secondo Morgan Stanley, l’indice nipponico Topix è tra i maggiori candidati al rialzo nell’anno in corso, tanto da aver da poco rivisto il target da 910 a 1.200 punti. Secondo gli analisti, che preferiscono il Giappone sia all’Europa, che agli Stati Uniti, la fase rialzista del mercato giapponese sarà favorita dalla cosiddetta Abenomics, come è stata chiamata la strategia promossa dal nuovo primo ministro giapponese, Shinzo Abe, e che fornisce, secondo Morgan Stanley, un miglioramento alla crescita del Prodotto interno lordo del Paese asiatico e alla redditività del capitale. Dello stesso avviso è Frame Asset Management, che già diversi mesi fa aveva messo il Giappone in cima alle preferenze di investimento a carattere regionale.

Economia debole, ma in miglioramento

Questo ottimismo sorprende se si considerano solo i dati acquisiti dell’economia reale. Di fatti, nelle scorse settimane la Bank of Japan (BoJ) ha rivisto al ribasso - dall'1,5% all'1% - la stima sulla crescita del Prodotto interno lordo per l’anno fiscale 2012 che si chiude il 31 marzo, con una contrazione dei prezzi nell’ordine dello 0,2% (il doppio di quanto stimato quattro mesi fa). La situazione macroeconomica è comunque vista in via di miglioramento per l’anno in corso, che secondo il Governo dovrebbe registrare un progresso del 2,5% rispetto all’1,7% stimato in precedenza, con prezzi destinati a tornare in crescita dello 0,4%, per poi accelerare nel 2014. L’esecutivo ha fatto sapere di puntare nel medio periodo a un’inflazione intorno al 2%, ritenendola una condizione essenziale perché i giapponesi tornino a consumare e investire, anziché rimandare le decisioni in vista di ulteriori contrazioni dei prezzi.

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La svolta valutaria

Il cambio di clima è arrivato con il successo elettorale di Abe, che ha fatto sapere di voler risollevare il Giappone puntando su massicci stimoli pubblici ai consumi e sulla svalutazione dello yen. Uno sforzo, quest’ultimo, al quale sta contribuendo la Banca centrale, con massicce manovre sulle altre valute, che hanno già portato a una svalutazione intorno al 10% rispetto al dollaro e del 20% sulla moneta unica europea. L’obiettivo è rilanciare la competitività dell’export, a lungo penalizzato da un cambio sfavorevole rispetto all’euro e al dollaro. I primi risultati si sono avuti con gli ultimi dati mensili sugli ordini di macchinari, cresciuti a dicembre del 2,8% rispetto al mese precedente, trainati proprio dalla domanda internazionale.

Come investire sul Giappone

Chi crede in una possibile, ulteriore rivalutazione degli asset giapponesi ha diverse possibilità di investimento. Se le operazioni sulle valute sono possibili per via diretta operando sul Forex, non mancano le possibilità per acquisire direttamente le azioni di maggiore interesse (alcuni titoli nipponici sono quotati anche sui mercati occidentali e questo facilita il compito). Infine si può scommettere sul Paese del Sol Levante acquistando Etf o fondi comuni, che hanno il vantaggio della diversificazione (considerato che investono su una pluralità dei sottostanti), ma in cambio prevedono commissioni di gestione.