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L’impatto su risparmiatori e consumatori del quantitative easing europeo

Per il momento siamo nel campo delle ipotesi, dato che nell’ultima riunione

a Francoforte la Banca centrale europea ha aperto all’ipotesi di lanciare un quantitative easing europeo (cioè l’acquisto di titoli per evitare la deflazione), ma senza fornire ulteriori indicazioni in merito. Quanto è bastato per scatenare analisti e osservatori in ricette molto diverse tra loro, con sensibili differenze sulla vita di famiglie e risparmiatori europei. Proviamo ad analizzare le misure in campo.

La soluzione Fed perde vigore

Il quantitative easing è una strategia seguita ormai da quattro anni dalla Fed, la Banca centrale statunitense, che acquista titoli di Stato americani con l’obiettivo di tenere bassi i rendimenti, e per questa strada rilanciare l’economia. In Europa l’obiettivo sarebbe di immettere liquidità sul mercato con l’obiettivo che questa favorisca un aumento dei prezzi. Secondo diverse stime, l’acquisto di titoli per 80 miliardi di euro al mese (quasi mille miliardi all’anno) potrebbe spingere il carovita di una cifra compresa tra lo 0,2 e lo 0,8%. Non un impatto dirompente, ma dovrebbe bastare a evitare il ribasso dei prezzi che spinge i consumatori a rinviare gli acquisti, suggerendo a cascata cautela alle imprese nella produzione, con ulteriori ricadute negative sull’occupazione. Proprio i differenti obiettivi lasciano poche possibilità all’acquisto di titoli del debito pubblico da parte della Bce.

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La carta dei bond privati

La Bce sarebbe più orientata ad acquistare titoli privati, in particolare le

Abs (Asset backed securities). Si tratta di strumenti cartolarizzati, oggi meno diffusi del passato per la stretta sulla trasparenza imposta dalle stesse autorità europee. Qualora il qe europeo partisse davvero, gli istituti di credito dell’area  potrebbero essere incentivati ad aumentare i prestiti a famiglie e imprese, creando nuovi Abs che verrebbero acquistati dalla Bce. Mettere a punto una strategia simile richiede non meno di sei-nove mesi, per cui sarebbe sbagliato attendersi ricadute a breve sull’economia del Vecchio Continente. Per altro, l’economista Luigi Zingales fa notare che l’impatto sarà limitato sui Paesi come l’Italia che hanno pochi Abs ad alto rating, e favorirà invece soprattutto la Germania.

Le ricadute su famiglie e risparmiatori

L’impatto sui consumatori è, dunque, tutto da dimostrare. Diverso il discorso per i mercati finanziari, che hanno reagito bene ai cambi di orientamento in seno alla Bce. La convinzione è che l’aumento della liquidità in circolo sul mercato possa finire in buona parte sui titoli azionari, sostenendo così le quotazioni. Con benefici anche per gli azionisti, compresi i piccoli risparmiatori.