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L’ottimismo dei mercati fa paura

L’evento più atteso della settimana, vale a dire l’avvio dell’aumento di capitale di Mps, è iniziato in modo imprevisto: il titolo della banca senese non ha fatto prezzo a fronte di una pioggia di domande d’acquisto, che hanno portato a un teorico +20%. E pensare che, alla vigilia, non poche erano le preoccupazioni relativamente a un aumento monstre da 5 miliardi di euro. Non che il rafforzamento patrimoniale sia mai stato davvero a rischio, dato che c’è un consorzio di banche che è pronto a scendere in campo in caso di freddezza da parte degli investitori, ma una domanda così sostenuta giunge inattesa.

Strada in discesa per le banche

La reazione del mercato è un buon viatico per gli altri istituti di credito che si apprestano a mettere in campo aumenti di capitale. Dopo i due miliardi già raccolti da Bpm e Banco Popolare, la Bper ha dato il via libera all'aumento da 750 milioni, con l’obiettivo di chiuderlo entro luglio. E’ già in corso la ricapitalizzazione da 350 milioni della Popolare di Sondrio e quella da 400 milioni del Creval, mentre la Popolare di Vicenza sta raccogliendo 600 milioni (prima tranche dell'aumento da 1 miliardo). In seguito toccherà a

Veneto Banca, Popolare di Bari (500 milioni a testa) e Banca Marche (300 milioni).

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Spread ai minimi

Tanto ottimismo, dopo un paio di settimane di ritorno della volatilità, si spiega con il cambio di rotta impresso dalla Bce venerdì con un mix di interventi composto dal taglio dei tassi ufficiali (allo 0,15%), dall’apertura a un possibile quantitative easing (acquisto di titoli di Stato per deprimerne le quotazioni, e per questa strada aumentare la liquidità sul mercato) e dall’annuncio di prestiti a tasso agevolato per le banche dell’Eurozona che sosterranno l’economia reale. Il risultato è stato un calo degli spread, con il differenziale tra Btp decennale e Bund tedesco di ugual durata che è sceso sotto quota 150 punti, mettendosi definitivamente alle spalle i lunghi anni della crisi.

Ftse ai massimi dal 2011, ma l’economia stenta

Intanto il Ftse Mib è salito ai massimi dall’estate del 2011, di fatto dimenticando il periodo più buio della crisi. Tutto questo mentre dall’economia stentano ancora ad arrivare segnali di effettiva ripresa. Nel primo trimestre del 2014 il Pil italiano è sceso dello 0,1%, a fronte di attese per un rialzo dello 0,2%, mentre la disoccupazione continua a crescere. In questo scenario appare arduo aspettarsi per l’anno in corso un’impennata degli utili aziendali tale da giustificare un proseguimento per lungo tempo della fase Toro dei mercati. Che evidentemente stanno scommettendo su un cambio di rotta a breve: quello che tutti auspicano, ma che non appare oggi di facile concretizzazione.