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Le caste dell’Imu

Non solo la Chiesa Cattolica. Le esenzioni dell'Ici (ora Imu) hanno interessato una vasta schiera di soggetti: dai sindacati ai partiti politici, fino a fondi di investimento privati. Soggetti che, solo in alcuni casi, perderanno i privilegi dopo la sterzata impressa dal Governo Monti.

Il decreto
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, infatti, prevede numerose esclusioni, relative a quegli immobili in cui non si esercita attività commerciale. In particolare vi rientrano luoghi di culto e preghiera, Ong e Onlus, cliniche e ospedali pubblici, scuola, circoli sporti e ricreativi, ristoranti, edicole e musei.

I nodi da sciogliere
Tutto chiaro? Non proprio, considerato che non sempre è facile distinguere il ruolo svolto dalla finalità commerciale. Sulle scuole, per fare un esempio, lo stesso premier Mario Monti ha previsto l'esclusione se non c'è finalità di lucro. Ma per le private qual è davvero la natura: enti non profit che puntano al pareggio dei costi o realtà che stanno sul mercato, per certi versi come le aziende? Questo è un nodo che andrà sciolto, al pari di molte associazioni.

Il fondo privato che sembra pubblico
Ci sono poi dei casi limite davvero difficili da far rientrare in una logica non commerciale. È il caso del Fip, il Fondo Immobili Pubblici, che nonostante il nome è un soggetto privato, con quote in mano a banche, assicurazioni e altri investitori istituzionali nazionali ed esteri. A gestire il Fip è Investire Immobiliare, una società di gestione del risparmio controllata da Banca Finnat. Quanto basta per far storcere il naso a qualche analista, secondo cui le caste dell'Imu alla fine saranno solo lambite dalla stretta governativa.
Ma i problemi potrebbero non finire qui: diversi editorialisti ipotizzano che questa scarsa chiarezza potrebbe non bastare per evitare la procedura d'infrazione avviata dall'Unione Europea nei confronti dell'Italia proprio per la presenza di queste agevolazioni. Quanto basta, insomma, per lasciare intatte le polemiche.