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Nuova manovra correttiva all’orizzonte: sarà il baratro?

L'economia italiana è messa peggio del previsto: quest'anno il Pil dovrebbe calare dell'1,4% e questo rende improbabile il raggiungimento del pareggio di bilancio per il 2013. L'obiettivo sarà centrato solo attraverso una manovra correttiva da 8 miliardi di euro. Queste, in sintesi, le previsioni elaborate dalla Commissione Europea. Una doccia fredda dopo gli sforzi fatti dall'Italia negli ultimi anni, che solleva diversi interrogativa: ci sarà davvero una nuova manovra? In caso di risposta positiva, il Paese è in grado di reggere un'altra stretta?

INFOGRAFICA - La lista delle imposte che gravano sugli italiani

Famiglie spremute fino all'osso
L'Italia arriva di fronte a questa nuova necessità in condizioni particolarmente difficili: tra le manovre approvate dal Governo Berlusconi nel 2011 e gli interventi negli ultimi mesi dell'Esecutivo guidato da Monti, la pressione fiscale quest'anno toccherà il tetto storico del 45,1%, quasi tre punti sopra il livello del 2011. E non è tutto, considerato che buona parte delle imposte decise con il Decreto Salva-Italia farà sentire i suoi effetti nel 2013 e nel 2014, per un conto complessivo superiore agli 87 miliardi di euro.

Dove tagliare?
Dato per assodato che non ci sono spazi per nuove tasse (che porterebbe nuova disoccupazione e, in definitiva, minori contributi versati nelle casse dello Stato a creare una spirale da cui sarebbe difficile venirne fuori), non resta che guardare ai possibili tagli. La nomina di Enrico Bondi a commissario per il taglio degli sprechi è stata salutata positivamente dai media, ma il suo lavoro non è facile: il suo obiettivo è reperire subito 4 miliardi di euro per evitare l'aumento di due punti percentuali dell'Iva dall'autunno, che avrebbe effetti ancor più recessivi. Come fanno notare molti economisti, inoltre, anche i tagli alla spesa pubblica — per quanto necessari per combattere gli sprechi e rimettere in ordine i conti — sul breve periodo hanno effetti recessivi.

Rimandare al mittente il piano?
Cosa fare a questo punto? Le elezioni in Grecia hanno visto il successo dei paesi anti-Ue, che propongono di rispedire al mittente le richieste di austerity perché ritenute insostenibili. L'Italia, che è tra i Paesi fondatori dell'Europa, non può correre un rischio simile — basti vedere le turbolenze post-elezioni greche in Borsa -, ma al tempo stesso sa di non poter attuare nuove manovre a breve. Probabilmente, a questo punto la partita si gioca tutta sul piano politico: convincere la Germania a mettere in campo investimenti europei a sostegno della crescita, allentando un po' le regole sull'austerità. Se l'Italia (e l'Eurozona più in generale) tornasse a crescere, il rapporto tra deficit e pil potrebbe calare anche senza nuove manovre economiche. Ma il risultato, con nuove tornate elettorali in vista in Europa, non è scontato.