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Placata la crisi greca, restano altre questioni aperte

Risparmi del Quirinale: è tutto oro quel che luccica?

Il via libera dell'Ue al salvataggio della Grecia, il calo dello spread tra i titoli di Stato della Germania e quelli dei Paesi periferici dell'area euro, la ripresa economica in atto negli Stati Uniti. Le ultime settimane sono state contrassegnate da notizie positive provenienti dai mercati e questo ha contribuito a rilanciare sia l'azionario, che l'obbligazionario. Tutto sotto controllo, quindi? Niente affatto, fanno notare diversi analisti: molti dei problemi restano sul tavolo e rischiano di esplodere nuovamente. Quindi, senza eccedere nel pessimismo, è bene tenere d'occhio alcuni fattori-chiave per evitare sgradite sorprese. Vediamo quali sono le vulnerabilità e come potrebbe evolvere la situazione.

Il focus resta sull'Europa

L'accordo politico sulla Grecia non ha fugato i dubbi di tenuta dell'area che fa riferimento alla moneta unica. Lo spread tra Bund tedeschi a dieci anni e BTp italiani di egual durata resta su livelli elevati: nonostante la forte discesa delle ultime settimane, infatti, un livello sopra quota 300 indica un'emergenza in atto. Questo comporta costi elevati per il Tesoro che emette i titoli del debito pubblico e per le imprese che si finanziano in banca (a causa dell'extra-costo a carico di queste ultime). Il progetto di riforma del mercato del lavoro e l'entrata in vigore delle liberalizzazioni verranno monitorate attentamente dai mercati e da loro potrebbe dipendere il proseguimento del trend discendente dello spread o una sua inversione di tendenza.

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Sotto osservazione resta anche la Spagna. L'Eurogruppo ha deciso di ammorbidire la sua posizione sul Paese iberico - il rapporto tra deficit e pil a fine anno potrà attestarsi al 5,3% -, ma in cambio il nuovo Governo Rajoy dovrà impegnarsi a rientrare nel parametro del 3% entro il 2013. Alla fine potrebbero vincere tutti — l'Ue che eviterebbe di strozzare un'economia in cui oltre il 40% dei giovani è disoccupato e l'Esecutivo iberico che porterebbe a casa un successo in termini diplomatici -, ma a patto di riuscire a centrare gli obiettivi entro il prossimo anno. Il che significa varare a breve termine misure di rilancio dell'economia e riduzione del deficit, anche a costo di scontrarsi con l'opinione pubblica.

Notizie contrastanti dagli Stati Uniti

La situazione degli Stati Uniti si presenta controversa: le ripetute iniezioni di liquidità da parte della Federal Reserve hanno dato una spinta al pil, che quest'anno dovrebbe crescere dell'1,8%. Un dato non certo entusiasmante, ma migliore dell'Europa (dove diversi Paesi, tra cui l'Italia, sono ricaduti in recessione). Al tempo stesso, però, la disoccupazione resta all'8,3%, su livelli elevati. Questa situazione non ha però frenato la crescita del prezzo del carburante, che erode il potere d'acquisto dei consumatori, e lo scarso aumento della produzione di beni e della domanda dei consumatori confermano le incertezze del quadro economico. Le prossime settimane saranno decisive per capire l'evoluzione del mercato, anche perché si entrerà nel vivo della campagna elettorale, che metterà a confronto le proposte di Democratici e Repubblicani.

I Paesi emergenti corrono, nonostante tutto

Le notizie che arrivano dalle economie emergenti sono migliori di qualche tempo fa. La Cina, da tempo guardata con sospetto da diversi analisti che ipotizzano uno stop alla sua crescita, ha sì rallentato lo sviluppo, ma nell'anno in corso si candida comunque a segnare un +7% in termini di pil. Continua a crescere anche il Brasile: il 2011 si è chiuso al di sotto delle previsioni elaborate in autunno - +2,7% anziché il +3% -, ma quest'anno il Pil dovrebbe salire oltre il 4% sulla scia degli investimenti infrastrutturali previsti per i Mondiali di Calcio del 2016. Discrete notizie arrivano anche dalla Russia e dalla Cina, ma per tutti questi Paesi sarà decisiva la dinamica dei prezzi: l'inflazione si è un po' raffreddata nelle ultime settimane, ma un'eventuale nuova impennata potrebbe mutare lo scenario.

Al piccolo risparmiatore non resta che monitorare l'evoluzione dei mercati, ricordando sempre che la strada migliore per non restare vittima dei saliscendi tipici dei mercati finanziari è investire con un'ottica di medio-lungo periodo.