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Se l’Italia torna il nervo scoperto d’Europa

“La crescente incertezza sull’esito delle elezioni in Italia sta formando la base per nuove preoccupazioni circa la ripresa europea”. Con questa nota, Michael Hewson, senior market analyst di Cmc Markets, nei giorni scorsi si è fatto portavoce dei dubbi diffusi tra gli addetti ai lavori circa la situazione della Penisola e le sue possibili ricadute sull’intera Eurozona. Uno scenario che rischia di offuscare la possibile ripresa nell’anno in corso, complici anche le tensioni che stanno emergendo sul fronte valutario e delle materie prime.

Torna il nodo politico

Il nodo politico, che sembrava sciolto sul finire del 2012 dopo i passi in avanti fatti dai governanti dell’Eurozona in direzione dell’integrazione, torna dunque a preoccupare i mercati. “Non ci sono altre crisi sistemiche all’orizzonte, ma l’Europa è chiamata a ritrovare al più presto una leadership politica”, è il pensiero di Didier Saint-Georges, membro del Comitato Investimenti della società di gestione francese Carmignac, con riferimento alle polemiche tra il governo francese e quello tedesco in merito al ruolo della Bce per frenare il super-euro.

Mentre nel caso di Neil Dwane, chief officer investment di Allianz Global Investors, l’attenzione torna sull’Italia, con uno sguardo non tanto sulle imminenti elezioni, quanto soprattutto sulle misure programmatiche del prossimo governo. “L’austerity di Monti è una realtà i cui benefici iniziano solo ora a essere percepiti”, spiega l’esperto, auspicando comunque che si affronti di petto anche la questione delle riforme per favorire la crescita.

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Listini sul saliscendi

Fatto sta che l’insieme di questi fattori di incertezza ha penalizzato i listini europei nell’ultima settimana, con Milano più esposte delle altre piazze anche per le ricadute negative delle indagini giudiziarie su Saipem e alcuni titoli bancari. Oltre che per la delusione dei conti di Telecom Italia, che hanno zavorrato il Ftse Mib nella seduta di lunedì, rintuzzata dal recupero di martedì, favorito anche dall’allentamento delle tensioni sullo spread. Il saliscendi è proseguito anche nei giorni seguenti, tra notizie negative sul fronte macroeconomico (tra cui la caduta del Pil quarto trimestre nell’Eurozona, nella misura dello 0,6% rispetto al trimestre precedente) e buone notizie dal fronte societario.

Commodity in cerca di una direzione

L’incertezza è di casa anche tra le altre asset class, con l’obbligazionario che continua a oscillare al passo con lo spread per le notizie ora positive, ora negative che arrivano dallo scenario internazionale, mentre il petrolio sta allargando la forchetta di oscillazione tra prospettive di ripresa della domanda cinese e incertezza diffusa in Occidente. Male l’oro, che ha toccato i nuovi minimi da agosto dopo l’inasprimento fiscale deciso in India e i dati del Wgc (l’organismo internazionale del settore) sul calo degli investimenti. Anche se la notizia del prossimo debutto di un Etf sulla moneta gialla in Cina (la prima volta nel gigante asiatico) potrebbe aprire nuove prospettive.

All’opposto, anche nell’ultima settimana si è confermato molto forte l’euro, sia contro il dollaro, che lo yen, una situazione che mette a serio rischio l’export del Vecchio Continente.