Arriva la stangata sulle partite Iva: gli effetti della manovra

Secondo un'analisi del Centro studi di Unimpresa, la pressione fiscale potrebbe superare il 47% del Pil nel triennio 2020-2022: si parla del 47,1% di tasse che peseranno tutte sul portafoglio degli italiani. Le imposte dirette, Iva in pimis, subiranno un'impennata di circa 42 miliardi (quasi il 16% in più rispetto ad oggi). Insomma, una doccia fredda per il popolo dei piccoli professionisti.

Proprio a questo proposito, Quotidiano.net, in collaborazione con l'Istituto nazionale degli esperti contabili, ha realizzato una simulazione per capire su chi questa stangata peserà maggiormente e dovrà infine pagare di più. E' bene precisare, comunque, che si tratta più che altro di previsioni, visto che bisognerà aspettare che il testo definitivo della Legge di Bilancio venga confermato dalla maggioranza.

Innanzitutto, chi ha scelto flat tax al 15 per cento potrebbe ritrovarsi ad avere a che fare con un nuovo correttivo anti abuso che il Governo pensa di inserire in manovra: il regime analitico. L'obbligo, cioè, di calcolare il reddito esatto a cui applicare la tassa piatta (e quindi l'esatto opposto di quanto succede con il regime forfaittario, con cui aziende e professionisti semplificano tutto senza dover conservare conti, registri o fatture per l'acquisto di beni e servizi).

La diretta conseguenza? Che il forfait, di fatto, sparirà per due milioni di partite Iva.

I professionisti con 50mila euro di fatturato e 10mila euro di costi deducibili dovranno vedersela con un aggravio di 400 euro, a cui aggiungere un'ulteriore spesa di 700 euro per tutti i costi accessori (conto corrente dedicato, gestionale della fatturazione elettronica e consulenze di esperti fiscali).

Le partite Iva tra i 65mila e 100mila euro di fatturato dovranno continuare ad affidarsi al regime ordinario (e non la flat tax al 20% come optato in precedenza) e a dover dunque pagare le aliquote ordinarie dell'Irpef (pari al 41% fino ai 75mila euro e al 43% oltre tale soglia).

Le partite Iva che registrano 90mila euro di fatturato e 20mila di costi deducibili, infine, dovranno continuare a versare tasse e contributi per 43mila euro (11mila euro in più rispetto ai 32mila che avrebbero dovuto pagare con la flat tax al 20%).