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La classifica 2018 dei paesi meno corrotti, Italia al 53° posto

Nonostante un leggero miglioramento, con due punti percentuali guadagnati, l’Italia è ancora molto distante dall’essere un Paese virtuoso sul tema corruzione. Nella classifica 2018 dei paesi meno corrotti, pubblicata da Transparency International, l’Italia si ferma al 53° posto su 180 paesi a referto.

L’Indice di Percezione della Corruzione 2018 è basato su 13 sondaggi e diverse valutazioni di esperti sulla corruzione nel settore pubblico; per ognuna delle sezioni dedicate è stato assegnato un punteggio da 0 (altamente corrotto) a 100 (per niente corrotto). Oltre due terzi dei Paesi analizzati ha un punteggio inferiore a 50, mostrando una certa tendenza ad avere fenomeni di corruzione generalizzati.

Dal 2012 a oggi solo 20 Paesi hanno visto migliorare in maniera significativa il loro punteggio. Uno dei pochi lati positivi sulla situazione italiana è un miglioramento, in questo periodo, di 10 punti percentuali: nel periodo in esame i governi sono stati addirittura cinque in 7 anni (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte).

Secondo il presidente di Transparency International, Virginio Carnevali, e del direttore della stessa Davide Del Monte, l’Italia può migliorare ancora. Ecco il commento di Del Monte: “Viviamo ancora alti livelli di corruzione e scarsa trasparenza di chi gestisce la cosa pubblica, e conflitti di interesse tra finanza, politica, affari e istituzioni. Questi fenomeni rappresentano una minaccia alla stabilità e al buon funzionamento di un Paese. Le istituzioni, sia nazionali che europee, devono per prima cosa riacquistare la fiducia dei cittadini, mostrandosi trasparenti, credibili e inattaccabili sul piano dell’integrità. Le nuove norme sul finanziamento alla politica vanno in questa direzione ma, senza regole sulla trasparenza di chi cerca di influenzare la decisioni pubbliche e quindi delle attività di lobbying, non potranno mai essere pienamente efficaci. Ci auguriamo quindi che il governo intervenga al più presto su questo tema”.