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Le spese più assurde di Palazzo Chigi

  • Tasto dolente di attualità in questi giorni, i <b>costosissimi affitti </b>pagati da Palazzo Chigi. <br>La presidenza del Consiglio nel 2011 ha raggiunto il picco massimo di ben 20 sedi, molte delle quali affittate da privati o enti di previdenza al costo di 13 milioni 685.650 euro. Poi ridotti nel 2012 a 12 milioni 543.947 e ancora alla fine di quell'anno a 6 milioni 700 mila euro, spesi per sette immobili, a cui si devono aggiungere i 5 milioni e passa di canoni di un paio di sedi della Protezione civile. <br>Tra le spese più inspiegabili il <b>milione e 80 mila euro</b> l’anno spesi per la sede di via dell’Umiltà dove è ospitata la <b>stampa estera in Italia</b>: "un lascito dell’ex ministero delle Poste rimasto sul groppone della presidenza del Consiglio" spiega il Corriere della Sera.
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    sede stampa estera

    Tasto dolente di attualità in questi giorni, i costosissimi affitti pagati da Palazzo Chigi.
    La presidenza del Consiglio nel 2011 ha raggiunto il picco massimo di ben 20 sedi, molte delle quali affittate da privati o enti di previdenza al costo di 13 milioni 685.650 euro. Poi ridotti nel 2012 a 12 milioni 543.947 e ancora alla fine di quell'anno a 6 milioni 700 mila euro, spesi per sette immobili, a cui si devono aggiungere i 5 milioni e passa di canoni di un paio di sedi della Protezione civile.
    Tra le spese più inspiegabili il milione e 80 mila euro l’anno spesi per la sede di via dell’Umiltà dove è ospitata la stampa estera in Italia: "un lascito dell’ex ministero delle Poste rimasto sul groppone della presidenza del Consiglio" spiega il Corriere della Sera.
  • La rassegna delle spese sostenute da Palazzo Chigi la fa La Repubblica e si apre con <b>250mila euro</b> sborsati a Formez per un <b>contratto di “monitoraggio e controllo in materia di contrattazione collettiva”</b> della durata annuale, scaduto a dicembre 2013. Ammettiamo pure che il costo per il “monitoraggio” possa essere così elevato, rimane più di un dubbio sulla reale utilità di una verifica sui contratti integrativi del pubblico impiego che sono fermi da anni.
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    contratto di monitoraggio

    La rassegna delle spese sostenute da Palazzo Chigi la fa La Repubblica e si apre con 250mila euro sborsati a Formez per un contratto di “monitoraggio e controllo in materia di contrattazione collettiva” della durata annuale, scaduto a dicembre 2013. Ammettiamo pure che il costo per il “monitoraggio” possa essere così elevato, rimane più di un dubbio sulla reale utilità di una verifica sui contratti integrativi del pubblico impiego che sono fermi da anni.
  • Le spese più bizzarre arrivano dopo l’analisi fatta da Paolo De Ioanna, ex capo di gabinetto dei ministri del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi e Tommaso Padoa-Schioppa. Dall’esame dei costi è emerso che nell’ultimo anno, per la fornitura di <b>acqua minerale, sono serviti 20mila euro</b>.
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    acqua minerale

    Le spese più bizzarre arrivano dopo l’analisi fatta da Paolo De Ioanna, ex capo di gabinetto dei ministri del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi e Tommaso Padoa-Schioppa. Dall’esame dei costi è emerso che nell’ultimo anno, per la fornitura di acqua minerale, sono serviti 20mila euro.
  • Anche tenere i piatti puliti ha un bel costo: quasi <b>2mila euro</b>, solo nel 2013, per la “<b>fornitura liquidi e saponi per lavastoviglie</b>”.
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    sapone per lavastoviglie

    Anche tenere i piatti puliti ha un bel costo: quasi 2mila euro, solo nel 2013, per la “fornitura liquidi e saponi per lavastoviglie”.
  • Le stranezze proseguono. L'elenco include una “Fornitura scatole con coperchio”, di carta o cartone, al costo di <b>6mila e 221 euro </b>
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    scatole

    Le stranezze proseguono. L'elenco include una “Fornitura scatole con coperchio”, di carta o cartone, al costo di 6mila e 221 euro
  • Per recuperare risorse si potrebbe anche intervenire sulla tazzina di espresso. Nel 2013 per la fornitura di <b>caffè</b> “delle autorità politiche” di Palazzo Chigi sono stati necessari <b>4mila euro</b>. Pare evidente che la miscela arabica scelta dev’essere di ottima qualità.
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    caffe

    Per recuperare risorse si potrebbe anche intervenire sulla tazzina di espresso. Nel 2013 per la fornitura di caffè “delle autorità politiche” di Palazzo Chigi sono stati necessari 4mila euro. Pare evidente che la miscela arabica scelta dev’essere di ottima qualità.
  • Altri <b>2mila e 181 euro</b> sono invece finiti in un <b>“negozio lenzuola”</b> per Palazzo Chigi presso la Epifani Aldo srl, fra il 29 gennaio e l’8 febbraio 2013.
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    lenzuola

    Altri 2mila e 181 euro sono invece finiti in un “negozio lenzuola” per Palazzo Chigi presso la Epifani Aldo srl, fra il 29 gennaio e l’8 febbraio 2013.
  • Poi c'è il capitolo tende, di cui il Palazzo deve essere ricco considerato che per lavarle sono stati investiti la bellezza di 25mila e 730 euro, proprio nella stessa settimana in cui se ne spendono 4mila per “l’acquisto di tende” ancora dallo stesso fornitore, la ditta Torrenti di Roma.
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    tende

    Poi c'è il capitolo tende, di cui il Palazzo deve essere ricco considerato che per lavarle sono stati investiti la bellezza di 25mila e 730 euro, proprio nella stessa settimana in cui se ne spendono 4mila per “l’acquisto di tende” ancora dallo stesso fornitore, la ditta Torrenti di Roma.
  • Fino a qui spese sicuramente inconsuete, ma dal peso economico irrisorio se comparate ad altri sprechi. Meritano certamente più attenzione i contratti “con <b>procedure di necessità ed urgenza</b>”.<br> Spulciando nella lista delle spese, salta fuori che nel dicembre del 2012 il dipartimento per gli Affari regionali, il turismo e lo sport ha concesso un contratto “mediante gara informale” da <b>228mila euro </b>“per appalto di <b>servizi per la realizzazione di una campagna di comunicazione</b> e di media relation internazionale e nazionale”. Sorvolando sul significato di “<b>gara informale</b>”, a vincerla è stata un’impresa di Milano, “International Strategic Communications”, che non pare avere neanche un sito internet in italiano.
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    campagna di comunicazione

    Fino a qui spese sicuramente inconsuete, ma dal peso economico irrisorio se comparate ad altri sprechi. Meritano certamente più attenzione i contratti “con procedure di necessità ed urgenza”.
    Spulciando nella lista delle spese, salta fuori che nel dicembre del 2012 il dipartimento per gli Affari regionali, il turismo e lo sport ha concesso un contratto “mediante gara informale” da 228mila euro “per appalto di servizi per la realizzazione di una campagna di comunicazione e di media relation internazionale e nazionale”. Sorvolando sul significato di “gara informale”, a vincerla è stata un’impresa di Milano, “International Strategic Communications”, che non pare avere neanche un sito internet in italiano.
  • Più difficile, francamente, giustificare i mille e 300 euro spesi per lo “spostamento di n. 5 fotocopiatrici”. Oppure i 740 euro pagati per cambiare un doppio vetro.
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    oltre mille euro per spostare fotocopiatrici

    Più difficile, francamente, giustificare i mille e 300 euro spesi per lo “spostamento di n. 5 fotocopiatrici”. Oppure i 740 euro pagati per cambiare un doppio vetro.
  • Si spazia in tutti i settori. Anche in quello sportivo. Lo scorso giugno Palazzo Chigi ha deciso di destinare 14mila e 374 euro alla Legio XIII American Football per la realizzazione del progetto “Latin American Stars & Stripes”. Attività più consone ad una giunta comunale piuttosto che alla sede del governo.
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    football americano

    Si spazia in tutti i settori. Anche in quello sportivo. Lo scorso giugno Palazzo Chigi ha deciso di destinare 14mila e 374 euro alla Legio XIII American Football per la realizzazione del progetto “Latin American Stars & Stripes”. Attività più consone ad una giunta comunale piuttosto che alla sede del governo.
Tasto dolente di attualità in questi giorni, i <b>costosissimi affitti </b>pagati da Palazzo Chigi. <br>La presidenza del Consiglio nel 2011 ha raggiunto il picco massimo di ben 20 sedi, molte delle quali affittate da privati o enti di previdenza al costo di 13 milioni 685.650 euro. Poi ridotti nel 2012 a 12 milioni 543.947 e ancora alla fine di quell'anno a 6 milioni 700 mila euro, spesi per sette immobili, a cui si devono aggiungere i 5 milioni e passa di canoni di un paio di sedi della Protezione civile. <br>Tra le spese più inspiegabili il <b>milione e 80 mila euro</b> l’anno spesi per la sede di via dell’Umiltà dove è ospitata la <b>stampa estera in Italia</b>: "un lascito dell’ex ministero delle Poste rimasto sul groppone della presidenza del Consiglio" spiega il Corriere della Sera.
La rassegna delle spese sostenute da Palazzo Chigi la fa La Repubblica e si apre con <b>250mila euro</b> sborsati a Formez per un <b>contratto di “monitoraggio e controllo in materia di contrattazione collettiva”</b> della durata annuale, scaduto a dicembre 2013. Ammettiamo pure che il costo per il “monitoraggio” possa essere così elevato, rimane più di un dubbio sulla reale utilità di una verifica sui contratti integrativi del pubblico impiego che sono fermi da anni.
Le spese più bizzarre arrivano dopo l’analisi fatta da Paolo De Ioanna, ex capo di gabinetto dei ministri del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi e Tommaso Padoa-Schioppa. Dall’esame dei costi è emerso che nell’ultimo anno, per la fornitura di <b>acqua minerale, sono serviti 20mila euro</b>.
Anche tenere i piatti puliti ha un bel costo: quasi <b>2mila euro</b>, solo nel 2013, per la “<b>fornitura liquidi e saponi per lavastoviglie</b>”.
Le stranezze proseguono. L'elenco include una “Fornitura scatole con coperchio”, di carta o cartone, al costo di <b>6mila e 221 euro </b>
Per recuperare risorse si potrebbe anche intervenire sulla tazzina di espresso. Nel 2013 per la fornitura di <b>caffè</b> “delle autorità politiche” di Palazzo Chigi sono stati necessari <b>4mila euro</b>. Pare evidente che la miscela arabica scelta dev’essere di ottima qualità.
Altri <b>2mila e 181 euro</b> sono invece finiti in un <b>“negozio lenzuola”</b> per Palazzo Chigi presso la Epifani Aldo srl, fra il 29 gennaio e l’8 febbraio 2013.
Poi c'è il capitolo tende, di cui il Palazzo deve essere ricco considerato che per lavarle sono stati investiti la bellezza di 25mila e 730 euro, proprio nella stessa settimana in cui se ne spendono 4mila per “l’acquisto di tende” ancora dallo stesso fornitore, la ditta Torrenti di Roma.
Fino a qui spese sicuramente inconsuete, ma dal peso economico irrisorio se comparate ad altri sprechi. Meritano certamente più attenzione i contratti “con <b>procedure di necessità ed urgenza</b>”.<br> Spulciando nella lista delle spese, salta fuori che nel dicembre del 2012 il dipartimento per gli Affari regionali, il turismo e lo sport ha concesso un contratto “mediante gara informale” da <b>228mila euro </b>“per appalto di <b>servizi per la realizzazione di una campagna di comunicazione</b> e di media relation internazionale e nazionale”. Sorvolando sul significato di “<b>gara informale</b>”, a vincerla è stata un’impresa di Milano, “International Strategic Communications”, che non pare avere neanche un sito internet in italiano.
Più difficile, francamente, giustificare i mille e 300 euro spesi per lo “spostamento di n. 5 fotocopiatrici”. Oppure i 740 euro pagati per cambiare un doppio vetro.
Si spazia in tutti i settori. Anche in quello sportivo. Lo scorso giugno Palazzo Chigi ha deciso di destinare 14mila e 374 euro alla Legio XIII American Football per la realizzazione del progetto “Latin American Stars & Stripes”. Attività più consone ad una giunta comunale piuttosto che alla sede del governo.
Aggiornato

La spending review entra nel vivo. Fra poco più di due mesi, il super commissario Carlo Cottarelli dovrà mettere sul piatto tutte le proposte di tagli della spesa pubblica. Obiettivo dichiarato: risparmiare 32 miliardi di euro in tre anni, qualcosa come il 2 per cento del Pil, lo 0,65 per cento all’anno. Tutt’altro che una passeggiata, tanto che per evitare di rimanere impantanato nella miriade di voci da analizzare, l’ex funzionario del Fondo monetario internazionale ha steso un’accurata tabella di marcia. Si parte da Palazzo Chigi e dalle sue spese pazze. Da queste parti le voci di spesa da tagliare sono così tante che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ecco le più curiose (testi di Fabrizio Arnhold):