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Moda, quali sono le griffe italiane che sono diventate straniere

  • <p>Versace è solo l’ultimo esempio. Di griffe un tempo fiore all’occhiello del Made in Italy e oggi passate in mano straniera, ne è pieno l’universo della moda. (Getty) </p>
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    Versace è l’ultimo esempio

    Versace è solo l’ultimo esempio. Di griffe un tempo fiore all’occhiello del Made in Italy e oggi passate in mano straniera, ne è pieno l’universo della moda. (Getty)

  • <p>Il tentativo di mettere insieme i marchi più famosi inizia negli anni ’90, con la prima migrazione oltreconfine di un brand che all’epoca era famosissimo: Fiorucci. (Getty) </p>
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    Fiorucci

    Il tentativo di mettere insieme i marchi più famosi inizia negli anni ’90, con la prima migrazione oltreconfine di un brand che all’epoca era famosissimo: Fiorucci. (Getty)

  • <p>La moda italiana piace soprattutto in Francia. E in mano francese finiscono pezzi pregiati come Gucci. (Getty) </p>
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    Gucci

    La moda italiana piace soprattutto in Francia. E in mano francese finiscono pezzi pregiati come Gucci. (Getty)

  • <p>Anche Sergio Rossi, marchio della pelletteria e delle calzature di pregio passa in mano francese, acquisito dal gruppo Kering dell’imprenditore Francois-Henry Pinault (ex PPR). (Getty) </p>
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    Sergio Rossi

    Anche Sergio Rossi, marchio della pelletteria e delle calzature di pregio passa in mano francese, acquisito dal gruppo Kering dell’imprenditore Francois-Henry Pinault (ex PPR). (Getty)

  • <p>Subito dopo i gruppo Kering conquista anche altre realtà del lusso italiano, come Bottega Veneta e Brioni, storica sartoria di Roma simbolo dell’eleganza made in Italy. (Getty) </p>
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    Bottega Veneta

    Subito dopo i gruppo Kering conquista anche altre realtà del lusso italiano, come Bottega Veneta e Brioni, storica sartoria di Roma simbolo dell’eleganza made in Italy. (Getty)

  • <p>Il gruppo francese Lvmh (Louis Vitton Moet Hennessy) si compra un altro marchio storico italiano, Fendi. (Getty) </p>
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    Fendi

    Il gruppo francese Lvmh (Louis Vitton Moet Hennessy) si compra un altro marchio storico italiano, Fendi. (Getty)

  • <p>Il colpo grosso arriva però nel 2011 con l’acquisizione da parte di LVMH di Bulgari, storica azienda orafa, per la quale i francesi sborsano 4,3 miliardi di euro. (Getty) </p>
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    Bulgari

    Il colpo grosso arriva però nel 2011 con l’acquisizione da parte di LVMH di Bulgari, storica azienda orafa, per la quale i francesi sborsano 4,3 miliardi di euro. (Getty)

  • <p>Un altro storico addio, quello di Valentino Fashion Group che comprende anche Missoni. Nel luglio del 2012 passa di mano. (Getty) </p>
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    Valentino

    Un altro storico addio, quello di Valentino Fashion Group che comprende anche Missoni. Nel luglio del 2012 passa di mano. (Getty)

  • <p>Anche Missoni passa di mano, questa volta però a portarsi via il lusso italiano non sono i francesi. Nel frattempo anche gli arabi hanno, infatti, scoperto l’Italia come terra di conquista. (Getty) </p>
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    Missoni

    Anche Missoni passa di mano, questa volta però a portarsi via il lusso italiano non sono i francesi. Nel frattempo anche gli arabi hanno, infatti, scoperto l’Italia come terra di conquista. (Getty)

  • <p>Arrivano anche i cinesi con l’acquisizione di Krizia e Loro Piana. (Getty) </p>
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    Krizia

    Arrivano anche i cinesi con l’acquisizione di Krizia e Loro Piana. (Getty)

<p>Versace è solo l’ultimo esempio. Di griffe un tempo fiore all’occhiello del Made in Italy e oggi passate in mano straniera, ne è pieno l’universo della moda. (Getty) </p>
<p>Il tentativo di mettere insieme i marchi più famosi inizia negli anni ’90, con la prima migrazione oltreconfine di un brand che all’epoca era famosissimo: Fiorucci. (Getty) </p>
<p>La moda italiana piace soprattutto in Francia. E in mano francese finiscono pezzi pregiati come Gucci. (Getty) </p>
<p>Anche Sergio Rossi, marchio della pelletteria e delle calzature di pregio passa in mano francese, acquisito dal gruppo Kering dell’imprenditore Francois-Henry Pinault (ex PPR). (Getty) </p>
<p>Subito dopo i gruppo Kering conquista anche altre realtà del lusso italiano, come Bottega Veneta e Brioni, storica sartoria di Roma simbolo dell’eleganza made in Italy. (Getty) </p>
<p>Il gruppo francese Lvmh (Louis Vitton Moet Hennessy) si compra un altro marchio storico italiano, Fendi. (Getty) </p>
<p>Il colpo grosso arriva però nel 2011 con l’acquisizione da parte di LVMH di Bulgari, storica azienda orafa, per la quale i francesi sborsano 4,3 miliardi di euro. (Getty) </p>
<p>Un altro storico addio, quello di Valentino Fashion Group che comprende anche Missoni. Nel luglio del 2012 passa di mano. (Getty) </p>
<p>Anche Missoni passa di mano, questa volta però a portarsi via il lusso italiano non sono i francesi. Nel frattempo anche gli arabi hanno, infatti, scoperto l’Italia come terra di conquista. (Getty) </p>
<p>Arrivano anche i cinesi con l’acquisizione di Krizia e Loro Piana. (Getty) </p>
MTT

Di griffe un tempo fiore all’occhiello del Made in Italy e oggi passate in mano straniera, ne è pieno l’universo della moda. Versace è solo l’ultimo esempio. Il tentativo di mettere insieme i marchi più famosi inizia negli anni ’90, con la prima migrazione oltreconfine di un brand che all’epoca era famosissimo: Fiorucci.

Quella di Fiorucci è solo la prima operazione di una lunga serie. I grandi gruppi stranieri che hanno razzia di griffe italiane si ingrossa con il passare degli anni. Gucci e Sergio Rossi seguono il trend e finiscono in mano francese. Altri simboli emblema del lusso italiano passano di mano, come Bottega Veneta e Brioni, anche loro comprati da stranieri.