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Tsunami Indonesia, 15 anni fa l'onda anomala che uccise 230mila persone

Erano le 7.59 del 26 dicembre 2004, onde alte oltre 15 metri colpirono le coste di Indonesia, Sri Lanka, India e Thailandia sorprendendo milioni di abitanti e turisti che, di lì a poco, avrebbero vissuto una tragedia dalle proporzioni ineguagliabili.

Sono passati 15 anni dallo tsunami che colpì il Sudest asiatico, un maremoto causato da un sisma di magnitudo 9.1 che causò 230mila vittime, mezzo milione di feriti e cinque milioni di sfollati. Tra le vittime anche 40 italiani che, in vacanza in Asia, persero la vita il giorno di Santo Stefano.

L'acqua dell'oceano travolse tutto, Interi tratti di costa furono devastati, ma la zona più colpita fu l'isola di Sumatra.

Le onde anomale raggiunsero le coste di 14 Paesi in tre continenti, Africa compresa. I governi locali dovettero affrontare una drammatica emergenza umanitaria e dare soccorso a centinaia di migliaia di persone.

Oggi, a quindici anni di distanza, gli abitanti dei villaggi colpiti dallo tsunami si sono ripresi e anche le attività economiche hanno ricominciato a respirare. La catastrofica esperienza ha portato alla costituzione dell'Indian ocean tsunami warning systemuno strumento fondamentale per analizzare le possibili conseguenze dei terremoti e segnalare ai governi dei Paesi interessati stime e tempi di arrivo di possibili onde anomale.

Il fenomeno fu talmente devastante che da allora è cambiato il sistema di monitoraggio e allerta dei maremoti anche in Italia.