Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.922,16
    +40,66 (+0,12%)
     
  • Dow Jones

    38.010,43
    +235,05 (+0,62%)
     
  • Nasdaq

    15.393,79
    -207,71 (-1,33%)
     
  • Nikkei 225

    37.068,35
    -1.011,35 (-2,66%)
     
  • Petrolio

    83,53
    +0,80 (+0,97%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.291,51
    +694,20 (+1,16%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.379,27
    +66,65 (+5,07%)
     
  • Oro

    2.416,50
    +18,50 (+0,77%)
     
  • EUR/USD

    1,0659
    +0,0012 (+0,12%)
     
  • S&P 500

    4.988,66
    -22,46 (-0,45%)
     
  • HANG SENG

    16.224,14
    -161,73 (-0,99%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.918,09
    -18,48 (-0,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8600
    +0,0044 (+0,51%)
     
  • EUR/CHF

    0,9690
    -0,0021 (-0,21%)
     
  • EUR/CAD

    1,4645
    -0,0006 (-0,04%)
     

Farmaci, Oxfam:maxi-sottrazione risorse erariali da 4 big mondiali

Roma, 18 set. (askanews) - Le più importanti case farmaceutiche al mondo mettono a repentaglio la salute dei cittadini, privando i governi di preziose risorse erariali che potrebbero essere investite nel potenziamento dei sistemi sanitari pubblici, e compromettendo la possibilità di accesso ai farmaci essenziali per milioni di persone. Non è raro inoltre l'utilizzo indebito della propria influenza per contrastare i tentativi di contenere il costo dei farmaci e rafforzare le attività di controllo e vigilanza pubblica sul settore. É quanto emerge dal nuovo rapporto "Prescription for poverty" pubblicato oggi da Oxfam, che esamina gli impatti diretti e indiretti sulle disuguaglianze economiche e di salute riconducibili alle attività di Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott Laboratories. Note per prodotti come Neutrogena, Polase, e Brufen, ma anche per molti farmaci salvavita, sono tra le più importanti imprese del settore farmaceutico, con un volume di ricavi pari a 1.800 miliardi di dollari nel decennio 2006-2015. Un ammontare di poco inferiore al PIL italiano del 2016. Oxfam - si legge in una nota - ha condotto un'analisi dei bilanci consolidati depositati dalle società capogruppo negli Stati Uniti ed esaminato i bilanci pubblici di 359 sussidiarie dei 4 gruppi in 19 Paesi nel periodo 2013-2015, riscontrando tracce di un potenziale trasferimento di profitti da Paesi a fiscalità medio-alta verso giurisdizioni dal fisco agevolato. "L'aggressiva pianificazione fiscale, senza verosimilmente contraddire le prescrizioni di legge, pone seri interrogativi sul rispetto dello spirito delle normative fiscali e di quell'equità fiscale, cui alcune delle compagnie esaminate dichiarano esplicitamente di ispirarsi nella propria mission e politica societaria", ha dichiarato nella nota Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia. Tanto nelle economie avanzate esaminate (Australia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Spagna) quanto nei mercati emergenti e paesi in via sviluppo (Cile, Colombia, Ecuador, India, Pakistan, Perù e Tailandia) i margini medi degli utili di Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott al lordo delle imposte sono risultati estremamente bassi: rispettivamente del 7% e del 5% nel triennio 2013-2015. In altre parole, un utile lordo di appena 7 e 5 centesimi per ogni dollaro fatturato. Eppure, su scala globale, i quattro colossi hanno dichiarato alla SEC, la Consob statunitense, profitti annui che raggiungevano in alcuni casi il 30% dei ricavi. I profitti mancanti non sono evaporati, ma se n'è trovata traccia in quattro paradisi fiscali societari (Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Singapore). Oxfam ha riscontrato in tali Paesi margini medi di profitto prima delle imposte pari al 31%. L'organizzazione non governativa stima che il potenziale trasferimento degli utili verso giurisdizioni a fiscalità agevolata possa aver comportato perdite fiscali complessive per le economie avanzate pari a 3,7 miliardi di dollari all'anno nel triennio 2013-2015. Per l'Italia, in cui il margine di utili pre-imposte è risultato in media del 6%, la sotto-contribuzione fiscale da parte dei 4 colossi - sottolinea ancora Oxfam - potrebbe aver causato un ammanco annuo da 270 milioni di dollari. Un ammanco sufficiente a vaccinare 10 milioni di ragazze in 7 Paesi in via di sviluppo Nei contesti più vulnerabili dei 7 Paesi in via di sviluppo esaminati, la stima delle perdite erariali si è attestata a 112 milioni di dollari all'anno. Si tratta di un ammontare sufficiente a vaccinare 10 milioni di ragazze contro il virus che causa il tumore alla cervice uterina, una delle neoplasie più letali, responsabile della morte, nel mondo, di una donna ogni due minuti. Quasi il 90% dei decessi riguarda donne residenti nei Paesi in via di sviluppo.