Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 1 hour 42 minutes
  • Dow Jones

    38.460,92
    -42,77 (-0,11%)
     
  • Nasdaq

    15.712,75
    +16,11 (+0,10%)
     
  • Nikkei 225

    37.697,11
    -762,97 (-1,98%)
     
  • EUR/USD

    1,0710
    +0,0009 (+0,09%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.929,62
    -2.534,09 (-4,06%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.390,13
    -33,97 (-2,38%)
     
  • HANG SENG

    17.245,08
    +43,81 (+0,25%)
     
  • S&P 500

    5.071,63
    +1,08 (+0,02%)
     

152 licenziamenti alla Gianetti, l'accordo governo-parti sociali è già superato

Ceriano Laghetto, chiude la Gianetti Ruote: a casa 158 dipendenti (Photo: Gedi)
Ceriano Laghetto, chiude la Gianetti Ruote: a casa 158 dipendenti (Photo: Gedi)

Gli operai di turno sabato alla Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza e Brianza, non immaginavano che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro. Non della settimana, ma per sempre. Quando alle cinque del pomeriggio sono usciti dallo stabilimento che produce cerchioni per i camion della Volvo e dell’Iveco, ma anche quelli per le moto della Harley-Davidson, hanno ricevuto una mail. Alcuni l’hanno letta dal telefonino, altri dal pc appena arrivati a casa. Oggetto della comunicazione inviata dall’azienda: chiusura dello stabilimento. Dentro sette righe: “Con la presente si informano tutti i dipendenti addetti allo stabilimento di Ceriano Laghetto che con effetto dalla data odierna lo stabilimento rimarrà chiuso. Con lettera di pari data della presente è stato dato avvio alla procedura di licenziamento collettivo”.

Questa non è solo la storia di 152 licenziamenti. È una storia simbolo del mondo produttivo italiano per almeno due ragioni. La prima è che lo stabilimento chiude dopo 108 anni, ma soprattutto dopo una storia recente fatta di continui cambi di proprietà che l’hanno indebolito invece di rilanciarlo. I processi di delocalizzazione che hanno portato Maxion e Accuride/Mefro, i principali concorrenti, a investire in Paesi come Turchia, Russia e Cina, dove il costo del lavoro è più basso, non sono stati rimpiazzati da strategie capaci di governare una competizione che si è fatta negli anni più selvaggia e più dura. E così lo stabilimento di Ceriano Laghetto ha perso 59 milioni negli ultimi dodici anni. La seconda ragione: l’avvio della procedura di licenziamento è la prima in Italia dopo la fine del blocco per le grandi imprese. L’avviso comune firmato mercoledì scorso tra il Governo, Cgil, Cisl e Uil e le associazioni delle imprese, è stato già disatteso. Quell&...

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.