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2015-2021, i sette anni più caldi

Polar Bear standing on the melting ice is symbolic of Global warming from the climate crisis and the catastrophic heatwave, Climate Change (Photo: chuchart duangdaw via Getty Images)
Polar Bear standing on the melting ice is symbolic of Global warming from the climate crisis and the catastrophic heatwave, Climate Change (Photo: chuchart duangdaw via Getty Images)

(di Nicola Moscheni)

I sette anni più caldi nella storia della meteorologia sono stati gli ultimi sette. Lo certifica il Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea pubblicando il suo rapporto annuale. È l’ennesima conferma di un trend di riscaldamento così netto da restare costante dagli anni Ottanta: ogni decennio è stato più caldo di quello precedente.

In un quadro così nettamente definito resiste soltanto, come incognita, la variabile annuale. La collocazione del singolo anno è infatti influenzata da fattori specifici come el Niño, la corrente oceanica calda che nasce dalle coste peruviane e fa sentire i suoi effetti in larga parte del globo, o la Niña che è l’effetto speculare, un’ondata fredda. A livello globale il 2021 si colloca assieme al 2015 e al 2018, nella parte bassa della classifica dei sette anni roventi: è stato comunque il quinto più caldo in assoluto con una temperatura media di 1,1-1,2 gradi al di sopra del livello preindustriale.

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E la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è continuata a crescere velocemente arrivando a 414 parti per milione rispetto alle 280 nell’era preindustriale. Una crescita pari a quasi il 50% in due secoli che ci porta a valori non toccati da almeno 2 milioni di anni. In aumento anche la concentrazione di metano che ha toccato quota 1.876 parti per miliardo. Gli incendi hanno dato un contributo all’incremento della CO2 pari a 1.850 megatonnellate di CO2.

Nel 2021 l’Europa – ricorda il rapporto - ha vissuto un’estate difficile: è stata la più calda mai registrata e l’hanno caratterizzata eventi estremi. Ci sono state forti ondate di caldo nel Mediterraneo. Il record europeo di temperatura massima è stato registrato in Sicilia con 48,8 gradi: un aumento di 0,8 gradi rispetto alla più alta temperatura segnalata in precedenza. Il prolungarsi del picco del caldo ha facilitato la moltiplicazione di incendi intensi e prolungati, in particolare nel Mediterraneo orientale e centrale. La Turchia è stato uno dei Paesi più colpiti, assieme a Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Albania, Macedonia del Nord, Algeria e Tunisia.

Nell’Europa centro-occidentale invece a luglio sono arrivate piogge molto intense in una regione con suoli vicini alla saturazione. I fiumi non hanno retto l’impatto e si sono registrate gravi inondazioni in diversi Paesi: i più pesantemente colpiti sono stati Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Anche nel Nord America il 2021 è stato un anno di grandi anomalie di temperatura. Nelle regioni occidentali a giugno si è verificato un record di temperatura e le condizioni calde e secche hanno causato incendi estremi per tutto luglio e agosto. Le aree più colpite sono state diverse province canadesi e Stati della costa occidentale degli Stati Uniti. Gli incendi hanno assunto dimensioni e durate tali da incidere in modo significativo sulla qualità dell’aria in ampie aree perché il particolato e altri inquinanti emessi dagli incendi sono stati trasportati verso est.

“Il 2021 è stato l’ennesimo anno di temperature estreme con l’estate più calda in Europa, ondate di caldo nel Mediterraneo, per non parlare delle alte temperature senza precedenti in Nord America”, ha dichiarato Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service. “Questi eventi sono un chiaro promemoria: dobbiamo fare passi decisi ed efficaci verso una società sostenibile e lavorare per ridurre le emissioni nette di carbonio”.

Il 2021 è stato quindi uno di quegli anni in cui eventi metereologici straordinari ci hanno fatto ricordare, se ancora fosse necessario farlo, dell’emergenza climatica. Questi avvenimenti straordinari non vanno però visti singolarmente, ma nel loro insieme. Si parla appunto di un trend in ascesa delle temperature e delle cosiddette calamità naturali. Eventi metereologici estremi con i quali, forse, dobbiamo oramai imparare a convivere.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.