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7 azioni "deboli" da vendere appena torna la paura

Che si tratti di un pericolo di ipercomprato o di misure estreme sul taglio dei costi o di prospettive incerte per il mercato di riferimento, ci sono 7 azioni che secondo l'analisi di Anthony Mirhaydari sarebbe meglio vendere appena ritorna la paura sui mercati.

Gap (NYSE: GPS)

L’azienda continua a soffrire la domanda debole su alcuni suoi marchi di moda come banana Republic mentre il successo di Old Navy non riesce a riequilibrare una situazione che è stata comunque migliorata dalle vendite natalizie migliori del previsto (+12% anno su anno). Purtroppo gli investitori restano scettici sul fatto che questo miglioramento potrà essere effettivamente sostenibile anche nel futuro. Il prossimo catalizzatore per un eventuale rialzo (o ribasso) arriverà il 23 febbraio quando Gap pubblicherà i risultati del quarto trimestre.

Delta Air Lines, Inc. (NYSE: DAL)

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L’intero settore aereo sembra impostato verso una fase di debolezza generale. La società ha comunicato che i ricavi ha annunciato oggi che i ricavi consolidati unitari per passeggero (PRASM) su gennaio hanno registrato un risultato pari a -3%. Come se non bastasse, recentemente il sistema informatico, a causa di un guasto, ha provocato la cancellazione di circa 280 voli. A questo si aggiunga anche un calo sui guadagni del 37%. Le attese, adesso, si concentrano tutte verso il 13 aprile quando la società pubblicherà i conti del primo trimestre 2017.

American Airlines Group Inc (NASDAQ: AAL)

Il quarto trimestre 2016 è stato caratterizzato da una forte performance che però non ha salvato le azioni da una pressione al ribasso. La compagnia aerea ha pubblicato una trimestrale superiore alle attese ed un piano di acquisto di azioni proprie da 2 miliardi di dollari. Guardando ai numeri, il quarto trimestre ha visto un utile per azione adjusted a 1,48 dollari e ricavi per 9,79 miliardi. I timori nascono però dalle future strategie dei vertici che vorrebbero concentrare le attività sul mercato interno a rischio overbooking.

Starbucks Corporation (NASDAQ: SBUX )

La pressione sulle azioni arriva da più fronti: prima di tutto da un calo delle vendite nell'ultimo trimestre, zavorrate anche da un problema creato, paradossalmente, dal successo delle app per le ordinazioni che, invece di snellire le code, ne hanno create di maggiori ai punti di ritiro. Una cosa non molto diversa da quella accaduta a McDonald Corporation (NYSE: MCD ) due anni fa quando introdusse nuove portate nel suo menu. Inoltre arrivano anche le conseguenze, politiche, sulla sua iniziativa di voler assumere 10mila rifugiati per risposta al decreto presidenziale che fermava l’ingresso degli immigrati su suolo Usa.

Goldman Sachs Group Inc (NYSE: GS )

Uno dei protagonisti del rally che ha portato il Dow Jones oltre i 209mila punti. A spingerlo è stato anche il progetto di deregolamentazione voluto da Trump per gli operatori del settore bancario e finanziario in generale. A questo si è aggiunto anche un report sulle trimestrali che ha battuto le attese degli analisti e che ha registrato il record per il valore delle azioni. I numeri hanno decretato per la banca Usa un utile pari a 2,35 miliardi di dollari, 5,08 dollari per azione, contro gli 1,227 dollari per azione di un anno fa , il tutto mentre i ricavi sono arrivati a 8,17 miliardi di dollari dai precedenti 7,27 miliardi di dollari. Una vittoria su tutti i fronti che però ha creato un forte timore di ipercomprato

Chevron Corporation (NYSE: CVX)

Dubbi sulla tenuta dell’accordo Opec ma soprattutto le implementazioni della produzione Usa hanno messo sotto pressione i prezzi delle azioni del settore energetico, in particolare per Chevron che ha dovuto fare i conti con la divisione raffinazione, non in grado di mantenere i margini. Come se ciò non bastasse, l’azienda continua a tagliare sulle spese in conto capitale ormai per il quarto anno consecutivo.

Intel Corporation (NASDAQ: INTC)

Apple Inc. (NASDAQ: AAPL ) potrebbe scegliere, per lo sviluppo di un nuovo chip del processore dei suoi Mac, ARM Holdings in cooperazione con Intel che, però, vedrebbe ridurre il suo ruolo. Buoni i risultati delle trimestrali: utili pari a 3,6 miliardi di dollari, ricavi a quota 16,4 miliardi, vendite sui pc in aumento anno su anno del 4%,con un +16% nel segmento dell’IoT. La preoccupazione, però, resta per un mercato dei pc il cui futuro è ancora difficile da decifrare.

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