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Pensioni: il 90% di quelle delle Forze dell'ordine è di importo doppio rispetto al metodo contributivo

Forze dell'ordine
Forze dell'ordine

(KIKA) - ROMA - In tempi in cui dipendenti statali e soprattutto privati si interrogano circa l'entità delle loro future pensioni e delle loro eventuali tempistiche, ci sono tuttavia categorie di lavoratori che non risentono di questi problemi.

Sono gli appartenenti alle forze dell'ordine, in particolare del comparto difesa e sicurezza (Difesa, Carabinieri, Polizia, GdF, VdF e Forestale): il 90% delle loro pensioni è di importo praticamente doppio rispetto a quello che si otterrebbero ricalcolando con il metodo contributivo. Lo ha reso noto un dossier dell'INPS secondo cui il 90% degli assegni "ha un'età alla decorrenza inferiore a 57 anni. Fino a quell'età i trattamenti in essere sono in media quasi il doppio rispetto a quelli ricalcolati con il contributivo". La divulgazione di questi dati fa parte di una "operazione trasparenza" sui trattamenti che hanno avuto facilitazioni e vantaggi dovuti alle regole sull'accesso alla pensione negli anni scorsi.

Se queste pensioni venissero ricalcolate sulla base dei contributi versati sarebbero inferiori almeno del 25% rispetto a quelle attuali. Secondo l'INPS, gli appartenenti al comparto difesa, sicurezza e pubblico soccorso all'interno della cassa degli statali sono circa 536mila e ancora quest'anno possono accedere al pensionamento di vecchiaia con limiti di età inferiori rispetto al personale dipendente dello Stato iscritto alla Cassa Trattamenti Pensionistici Statali.

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L'età massima per la permanenza in servizio è ricompresa tra i 61 anni e tre mesi e i 66 anni e tre mesi ma c'è ancora il diritto a uscire in anzianità con 57 anni e tre mesi di età e 35 di contributi (40 anni e tre mesi di contributi indipendentemente dall'età).

 

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