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Air France-Klm non sottoscriverà aumento capitale Alitalia

Nuvole sopra la sede di Alitalia a Fiumicino. REUTERS/Max Rossi

di Cyril Altmeyer e Giselda Vagnoni

PARIGI/ROMA (Reuters) - Air France-Klm ha reso noto che non sottoscriverà l'aumento di capitale da 300 milioni di euro approvato da Alitalia il mese scorso e ha aperto uno scenario molto incerto per l'ex compagnia di bandiera in crisi di liquidità.

Il principale partner industriale e socio con il 25% del gruppo italiano, convertirà, invece, i bond di Alitalia al termine dell'aumento di capitale così da mantenere una partecipazione nella compagnia di Fiumicino.

La notizia arriva dopo il consiglio di amministrazione notturno di Alitalia di ieri sera che ha rinviato al 27 novembre il termine per la sottoscrizione dell'operazione di ricapitalizzazione.

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I francesi hanno sottoscritto per la loro quota un prestito convertibile biennale da 95 millioni che in origine doveva ammontare a 150 milioni.

Il Chief financial officer di Air France, Philippe Calavia, ha detto che, con la conversione dei bond e la completa sottoscrizione dell'aumento, i francesi avranno attorno al 7% di Alitalia, ben sotto la minoranza di blocco del 20%. [ID:nL5N0IZ47W]

Finora l'aumento è stato sottoscritto per un totale di 65 milioni dai soci italiani Immsi, Atlantia e Intesa Sanpaolo mentre ulteriori 65 milioni sono stati versati da Intesa e Unicredit a valere sulla loro garanzia di 100 milioni alla ricapitalizzazione.

Poste Italiane, 100% Tesoro, ha garantito altri 75 milioni a copertura dell'eventuale inoptato.

Con la perdita del diritto di veto di Parigi, Alitalia sembrerebbe dunque libera di poter cercare un nuovo partner industriale come dichiarato anche oggi dal ministro dei Trasporti italiano Maurizio Lupi. [ID:nL5N0IZ4AU]

Ma le due compagnie sono legate tra loro dall'accordo commerciale Sky Team il cui scioglimento anticipato, secondo gli esperti, può costare ad Alitalia fino a 200 milioni di euro.

"Non è tanto un problema azionario quanto di accordi commerciali. Da quel punto di vista possono cercare di impedire accordi", dice una fonte italiana vicina al dossier.

IL NODO SKY TEAM E L'OPZIONE GESTIONE IN CONTINUITA'

"La strategia dei francesi si fa forte del fatto che hanno un accordo commerciale con Alitalia, in Sky Team, che scade nel 2019. Per poterlo sciogliere prima del tempo Alitalia dovrebbe pagare una penale tale da non rendere lo scioglimento fattibile per nessuno", racconta un ex ministro italiano a Reuters.

"Tutti i soci di Sky Team sono bloccati dai francesi nel tentare un accordo con Alitalia; tutte le compagnie esterne per poter prendere Alitalia dovrebbero accollarsi la penale dello scioglimento dell'accordo commerciale, cosa che rende l'ipotesi né appetibile, né fattibile", aggiunge.

Non sembra quindi essere bastato a convincere i francesi il nuovo piano industriale approvato ieri dal consiglio di amministrazione di Alitalia che prevede, secondo fonti vicine alla situazione, risparmi aggiuntivi per 200 milioni nel 2014 che potrebbero anche salire a 400.

"Anche se la parte industriale del piano presentato ieri è un passo nella giusta direzione e ha tutto il sostegno di Air France-Klm, non ci sono ancora le necessarie misure di ristrutturazione finanziaria", ha spiegato nella nota il gruppo franco-olandese.

Il nodo resta il debito da 813 milioni accumulato da Alitalia, secondo i dati di settembre.

"Ridurre il debito è un pre-requisito" alla partecipazione di nuovi aumenti di capitale, ha detto un'altra fonte parigina. "Se la banche non fanno uno sforzo l'azienda è destinata alla bancarotta come nel 2008".

"Questo piano è sufficiente solo per andare a fare un negoziato con un altro partner. Non è sufficiente per fare vivere Alitalia di vita propria", dice la fonte italiana.

Secondo l'ex ministro, "Air France sta lavorando per andare dritta verso una sorta di amministrazione controllata (concordato preventivo in continuità) e poter prendere poi Alitalia a zero, pulita dai debiti".

Questa prospettiva non dispiacerebbe alle banche "perchè in questa situazione senza prospettiva non sono disponibili a sborsare altri soldi senza possibilità di ritorno" e sarebbe già stata presa in considerazione dai Benetton soci di Alitalia tramite Atlantia e della società Adr che gestisce lo scalo di Fiumicino.

"I Benetton stanno già pensando nell'ottica di trovare un amministratore che rispetti gli impegni di pagamento per i servizi di Fiumicino".

- hanno contribuito Paolo Biondi e Stefano Bernabei da Roma, Agnieszka Flak da Milano

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