Al via entro marzo il primo Green Bond italiano (di G. Lonardi)

(di Giorgio Lonardi)
Anche la Repubblica Italiana avrà i suoi Green Bond. Entro la fine del mese, infatti, assisteremo alla prima emissione di un Btp Green da parte del Tesoro. Sarà un titolo che avrà una scadenza lunga, forse decennale. E finanzierà una serie di investimenti verdi lanciati fra il 2018 e il 2021. Si tratta quindi di risorse aggiuntive rispetto a quelle del Recovery Plan che invece coprirà i progetti dal 2022 in poi. In questa cornice il ministero dell’Economia ha identificato fino a 35 miliardi di spese riferibili a fonti rinnovabili, efficienza energetica, trasporti (faranno la parte del leone), prevenzione dell’inquinamento e economia circolare che risultando green sono teoricamente finanziabili. Senza dimenticare la tutela dell’ambiente e la ricerca in tutti i campi citati.
In realtà il tetto di 35 miliardi è solo indicativo. Di sicuro le prime tranche offerte al mercato, come ha sottolineato giorni fa Davide Iacovoni, capo della direzione del debito pubblico al ministero dell’Economia, saranno molto inferiori. Poi tutto dipenderà dalla domanda. Quanto ai tassi del Btp, al Mef non si sbilanciano. E per ora si limitano, come è avvenuto lunedì nella sede del Ministero, a illustrare alle banche e ai grandi investitori istituzionali i dettagli tecnici del “Framework”, cioè il documento che fa da cornice e accompagna l’emissione di tutti i Green Bond. A questo proposito va precisato che nella prima fase i Btp verdi non saranno offerti direttamente ai risparmiatori che potranno acquistarli in seguito presso gli sportelli bancari. I Bond saranno inoltre quotati su Mot e Mots, i due mercati dove vengono negoziati i titoli di Stato.
In realtà la mossa del Tesoro non è dettata dalla necessità di ridurre il debito. Bensì dalla scelta di aprirsi a quegli investitori green e internazionali che finora non dete...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.