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Alitalia, firma con Etihad domani, governo "tranquillo" su Ue

Il logo di Alitalia, all'aeroporto di Fiumicino. REUTERS/Max Rossi

di Antonella Cinelli

ROMA (Reuters) - Dopo oltre otto mesi di trattativa Alitalia ed Etihad sigleranno venerdì l'accordo che consentirà alla compagnia aerea di Abu Dhabi di rilevare il 49% del vettore italiano in crisi di liquidità e rafforzare la sua rete in Europa.

Lo ha riferito il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi al termine di un vertice mattutino a palazzo Chigi con James Hogan, AD della compagnia emiratina.

"Hogan è venuto a comunicare al governo che la trattativa è molto avanti ed è positiva. La sua intenzione, dopo gli ultimi dettagli oggi, è di fare domani una conferenza stampa in cui annuncerà la firma dell'accordo", ha detto il ministro.

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Lupi ha annunciato che il gruppo emiratino investirà oltre 1,2 miliardi circa al 2017: 560 milioni per rilevare la partecipazione azionaria e altri 680 di investimenti industriali.

"Si tratta di una grande alleanza imprenditoriale, un segnale della voglia del nostro Paese di guardare al futuro e di ridare posti di lavoro. Il nostro progetto è far diventare Alitalia tra le prime compagnie al mondo", ha commentato Lupi.

I contatti tra Eithad e Alitalia sono partiti ufficialmente lo scorso novembre con il viaggio ad Abu Dhabi di Fabrizio Pagani, oggi capo della segreteria tecnica del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e allora consigliere economico del presidente del Consiglio Entico Letta.

PAREGGIO NEL 2017

Il nuovo piano industriale prevede che fra tre anni Alitalia, che perde circa 700.000 euro al giorno, vada in pareggio, ha aggiunto il ministro.

La firma dell'accordo dovrebbe avere luogo domani dopo l'assemblea dei soci a Fiumicino, che deve votare il rafforzamento patrimoniale da 300 milioni voluto da Etihad per far fronte alle perdite 2014 (che arrivano dopo i 569 milioni di rosso del 2013) e al costo di eventuali contenziosi.

Gli attuali azionisti di Alitalia, riferisce una fonte vicina alla situazione, si sono impegnati ad anticipare pro-quota 200 milioni cash prima del closing dell'aumento di capitale per consentire l'operatività della compagnia fino a ottobre.

Tra i soci di Alitalia con il 20% circa e un investimento di 75 milioni, appare dallo scorso ottobre Poste Italiane, società interamente pubblica e per la quale il Tesoro ha in programma una parziale privatizzazione.

Poste sosterrà un ulteriore sforzo finanziario di 75 milioni ma senza alcun impegno verso i debiti pregressi, ha detto la fonte.

Lo schema dell'operazione prevede la creazione di una società - a metà strada tra la vecchia Cai-Alitalia e la nuova compagnia - che deterrà il controllo del 51% di Alitalia-Etihad.

Nella MidCco entreranno Poste e gli altri soci italiani che dovranno rispettare un lockup non ancora definito ma compreso nel range di 3-5 anni, ha riferito ancora la fonte che ha chiesto di non essere citata.

"AZIONISTI ITALIANI INVESTIRANNO"

A scongiurare il rischio che allo scadere del lockup la compagnia sia sempre meno italiana sarebbe il previsto ritorno in pareggio nel 2017: "Non c'è preoccupazione per l'uscita dei grandi azionisti. Credo che ci saranno azionisti che investiranno", ha detto Lupi, sottolineando l'importanza che "l'azionariato resti italiano ed europeo, oggi e domani".

I principali azionisti di Alitalia oltre a Poste sono la Immsi (IMSI.MI) di Roberto Colaninno, Atlantia (ATL.MI) del gruppo Benetton e le due banche che sono anche le principali creditrici, Intesa SanPaolo (ISP.MI) e Unicredit (CRDI.MI).

"TRANQUILLI SU UE", DOSSIER A SETTEMBRE

L'accordo consentirà ad Etihad, che non può contare su una grossa domanda interna, di alimentare il traffico passeggeri nel suo hub di Abu Dhabi con una maggiore presenza nel ricco mercato europeo.

La compagnia del Golfo ha già rilevato a fine 2011 una quota di minoranza in Air Berlin (AB1.DE) ed è presente anche in Air Serbia e in Irlanda.

In aprile la Commissione Ue ha chiesto all'Italia di vigilare sul rispetto delle regole europee che impediscono a compagnie aeree extra-Ue di detenere la maggioranza in vettori europei.

Il governo italiano non nutre dubbi sul via libera Ue all'operazione.

"Siamo tranquilli: abbiamo seguito tutti i dettati della Ue. A fine agosto-inizio settembre presenteremo un dossier all'Europa, in cui spiegheremo passo dopo passo quello che abbiamo fatto", ha detto Lupi.

MA I DIPENDENTI A FIUMICINO SONO SUL PIEDE DI GUERRA

Hogan ha chiesto e ottenuto l'allontanamento dalla compagnia di circa 2.000 persone e la cancellazione e ristrutturazione di circa 800 milioni di debito.

"E' confermato che oltre 1.200 lavoratori in esubero verranno ricollocati, mentre per 900 abbiamo gli ammortizzatori sociali: l'80% dello stipendio per quattro anni", poi l'impegno del governo ad 'accompagnare' il ricollocamento, ha spiegato il ministro.

Ma già dal prossimo fine settimana l'aeroporto di Fiumicino rischia di essere messo in ginocchio dalla protesta del personale Alitalia, soprattutto di quello addetto allo smistamento dei bagagli, che avrebbero minacciato di astenersi in massa dal lavoro con la copertura di certificati medici.

Lo ha preannunciato l'Autorità di garanzia degli scioperi, che è stata allertata dalla compagnia, minacciando nel caso il ricorso alla magistratura.

"Se tutto ciò fosse vero non sarebbe accettabile né tollerabile. Ho chiesto al ministro della Salute di attivarsi per provvedere a tutti i controlli del caso", ha commentato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi.

Grazie all'accordo Alitalia, che trasporta 24 milioni di passeggeri contro i 12 di Etihad, evita il fallimento a meno di 6 anni dall'ultimo salvataggio con soldi pubblici che l'aveva affidata, ripulita da debiti, a un gruppo di imprenditori italiani strappandola a Air France-Klm (AIRF.PA).

La compagnia italiana sembrava destinata al matrimonio con il vettore franco-olandese, che era rimasto azionista al 25% e ora ha circa 7%, quando la crisi economica internazionale ha spinto Parigi alla ritirata.

"Il governo è molto contento", ha detto Lupi ai giornalisti, ribadendo che l'accordo con gli emiratini ha "un grande valore" specie all'indomani del dato negativo del Pil, che attesta il ritorno dell'Italia in recessione: "Dice che ci si può credere in questo Paese [...] Alla faccia di quelli che tifano perché vada male".

((In Redazione a Roma Giselda Vagnoni, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224380, Reuters messaging: antonella.cinelli.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia