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Alitalia, Etihad più rigida ma governo fiducioso su soluzione, dicono fonti

Un aereo Alitalia sta atterrano allo scalo romano di Fiumicino. REUTERS/Max Rossi

di Valentina Consiglio

ROMA (Reuters) - Nella trattativa per un ingresso in Alitalia, il vettore arabo Etihad sta ponendo con maggior risolutezza una serie di condizioni sul pregresso fiscale, legale e finanziario della compagnia italiana, ma il governo è fiducioso che il deal sarà portato a termine.

"C'è stato un irrigidimento da parte degli arabi, alcuni problemi vengono ora rappresentati con più decisione di prima", afferma una fonte vicina al dossier.

"I problemi riguardano in particolare il passato della compagnia italiana, ossia chi si accolla i pregressi fiscali, legali e finanziari", dice la stessa fonte, spiegando che i nuovi soci "non vogliono farsi carico del passato".

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Secondo una fonte governativa italiana, l'irrigidimento di Etihad nella trattativa che va avanti da alcuni mesi, "non è niente di insuperabile".

"Il governo conta di trovare la soluzione", dice la fonte.

Anche una fonte araba conferma che i problemi insorti "non sono una sorpresa e in nessun modo significano che l'accordo è saltato".

Etihad e Alitalia non hanno voluto commentare la notizia.

Il vettore arabo si è detto disposto ad investire 500 milioni di euro in Alitalia e un cda della compagnia italiana che dovrà valutare la proposta è atteso dopo le festività pasquali.

La trattativa è iniziata prima di Natale e sembra giunta ormai alla stretta finale. Il governo sta spingendo affinché il deal con gli arabi si chiuda al più presto e la scorsa settimana il premier Matteo Renzi ha incontrato il numero uno di Etihad James Hogan.

"C'è una situazione di stallo, legata per lo più a problemi ocupazionali. Ma c'è troppo interesse perché la cosa vada in porto, una soluzione si trova", commenta una quarta fonte italiana vicina alla situazione.

Nelle scorse settimane a Etihad è stato attribuito il desiderio di tagliare 3-5.000 posti di lavoro, ma secondo una fonte sentita nei giorni scorsi da Reuters, siamo nell'ordine delle 2.000 unità di cui solo la metà a cassa integrazione a zero ore.

Secondo le stime degli analisti, il gruppo aereo italiano perde 700.000 euro al giorno e con un debito accumulato di circa 900 milioni di euro ha bisogno di un partner ricco di liquidità che gli consenta di rinnovare il network.

Per Etihad l'ingresso in Alitalia significherebbe estendere in modo significativo la propria rete di collegamenti in Europa dove è già presente con quote di minoranza di Air Berlin e Air Lingus.

La compagnia di Abu Dhabi, tra le altre cose, pone come condizione una qualche forma di ristrutturazione del debito per circa 400 milioni. I maggiori creditori sono: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Popolare di Sondrio.

Sulle mosse del vettore arabo vigila la Commissione europea per impedire che dietro il rispetto del limite formale del 49% al possesso azionario di società extra-Ue non si nasconda un controllo di fatto.Lo scorso anno Alitalia, che ha tra i principali azionisti Poste, Atlantia, Immsi e Intesa Sanpaolo, è stata oggetto di un rafforzamento finanziario da 500 milioni sotto la regia del precedente governo guidato da Enrico Letta. All'operazione, considerata di rilevanza strategica per il Paese, ha partecipato lo Stato attraverso la controllata Poste italiane che ha messo una fiche da 75 milioni.

Air France-Klm, socio storico di Alitalia, ha invece diluito la sua partecipazione dal 25 al 7% circa.

(hanno collaborato Praveen Menon da Abu Dhabi e Paola Arosio da Milano)