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Altro che talk, i no vax arrivano nelle stanze del Senato

ROME, ITALY - NOVEMBER 02: A general view of Italian Senate. (Photo by Antonio Masiello/Getty Images) (Photo: Antonio Masiello via Getty Images)
ROME, ITALY - NOVEMBER 02: A general view of Italian Senate. (Photo by Antonio Masiello/Getty Images) (Photo: Antonio Masiello via Getty Images)

Si fa presto a dire basta no-vax in prima serata, basta spazio in tv. È sufficiente voltare la testa dall’altra parte, ed eccoli monopolizzare il Senato. In una sonnecchiosa giornata pre festiva, a Palazzo Madama si riunisce la commissione Affari costituzionali. Una sfilza di audizioni di esperti o presunti tali per raccogliere pareri sul decreto che amplia l’obbligo vaccinale a docenti e forze dell’ordine e istituisce il super green pass. Alle dieci del mattino si comincia con Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, si continua con Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana farmaco, e poi Pasquale Stanzione, Garante della protezione dati personali. Sono circa le 11.30 quando il palinsesto della Camera alta del Parlamento prende una piega strana.

“La legge sulla protezione del popolo tedesco dalle malattie ereditarie che Hitler fece approvare nel 1933 portò alla formazione di speciali commissioni mediche che decisero la sterilizzazione forzata di 400mila persone”. Irrompe tra i commissari il parallelo tra i primi anni del regime nazista e i pochi mesi del governo di Mario Draghi, con un esempio che fa rabbrividire. A farsene portatore è Giorgio Agamben, il filosofo che ha da poco scritto per Quodlibet “L’invenzione di una epidemia”, e che con Massimo Cacciari si è ritagliato il ruolo di capofila del mondo intellettuale e accademico no pass e no vax. Agamben pesca a piene mani nella retorica della nazificazione del paese: “Il green pass separa e definisce in maniera negativa i no vax come i non ariani per le leggi del ’38. Scivoliamo in una barbare senza precedenti nella storia”, il governo “ha scelto la cosa peggiore, dividere i cittadini; dopo aver seminato odio e paura oggi si semina terrore e discriminazione”. Le audizioni scivolano via come di consueto senza contraddittorio, interviene il senatore leghista Alberto Bagnai a porre domande e a dare manforte: “Non vorrei che le soglie scientifiche siano basate su criteri sciamanici”.

Dopo Agamben tocca a tre esperti del Cms. Dietro la sigla si cela la Commissione medico scientifica istituita dal Comitato 15 ottobre, nato sulla scorta delle giornate no pass di Trieste e che nelle ultime settimane ha acquisito un respiro nazionale, coinvolgendo alcuni esperti “eretici” in un organo che dovrebbe fare il contro canto al Comitato tecnico scientifico che supporta il governo nella gestione della pandemia. Che ci fanno al Senato? È presto detto: ogni senatore membro della Commissione può avanzare la richiesta di audire un esperto. Ecco che il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan ha convocato Agamben, Bianca Laura Granato, ex M5s oggi al Misto, sospesa qualche tempo fa per essere entrata negli uffici di Palazzo Madama senza green pass gli esperti del Cms Marco Cosentino e Paolo Bellavite, il leghista Luigi Augussori Alberto Donzelli, collega nell’organo del Coordinamento vicino a Stefano Puzzer.

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A partire per primo è Cosentino, ordinario di farmacologia all’Università dell’Insubria. Batte principalmente sul tasto dell’inutilità dei vaccini: “La vaccinazione non ha elementi validi per essere considerata un efficace blocco del contagio, anzi è lo strumento peggiore”. La logica che segue è quella che i vaccinati sono diffusori del contagio, vaccinare è controproducente, al punto che, a suo dire “il green pass è strumento pericoloso e ingiustificato. Promuove il rischio del contagio”, ed è, insieme all’obbligo vaccinale, “rischioso per la salute e e la sicurezza collettiva e individuale”. Segue lunga dissertazione sul fatto che causando il vaccino effetti avversi potenzialmente fatali, sarebbero più pericolosi del Covid, perché “il coronavirus non si sa se si prende, si potrebbe non prenderlo, il vaccino è invece periodico”.

Tocca poi a Paolo Bellavite, dal 1984 al 2017 professore di Patologia generale dell’Università di Verona. Ha acquisito una certa notorietà nel mondo no vax perché alcuni suoi interventi sono stati rilanciati da Francesca Donato, l’europarlamentare ex Carroccio che si è intestata tesi complottarde e battaglie anti vacciniste.Il professore è laconico: “Il decreto è basato su dati scientifici sbagliati”. Per sostenere la sua tesi il cavallo di battaglia scelto è la mortalità dei sieri: “La letalità dei vaccini è tra i 20 e i 22 casi ogni milione di somministrazioni. I dati Aifa, meno attendibili parlano di 7 morti per milione. Ma in ogni caso parliamo di 608 decessi, 16 casi sicuramente mortali a causa delle inoculazioni, 133 incerti. I numeri sono molto semplici”. Il vaccino anti influenzale nel 2019 ha causato solo 4 decessi spiega, è colpa della proteina spike contenuta nelle fiale anti Covid. Il ragionamento viene spinto fino alle estreme conseguenze: “ Il rischio eventi avversi è enormemente più alto di ogni altro vaccino conosciuto, non si può imporre rischio morte a tutela della collettività”, perché “il super green pass è un obbligo vaccinale nascosto”, e anche la certificazione verde porta con sé gli stessi pericoli.

Chiude il trio Donzelli, specialista in igiene e medicina preventiva, già in Senato qualche tempo fa a dire che “l’incentivazione alla vaccinazione di massa non ha basi scientifiche”, video che ha avuto un certo successo nella bolla no vax dopo essere stato rilanciato da Radio Radio, l’emittente romana che ha tirato la volata a Enrico Michetti a Roma, uno zoccolo duro di conduttori che hanno sposato le medesime battaglie. L’intervento di Donzelli è tecnico, difficile da seguire, si fa aiutare da slide delle quali però non si visualizzano le immagini, il presidente di turno inutilmente chiede un aggiustamento, si va avanti così. In fin dei conti la tesi di Donzelli è semplice: di vaccino si muore. Per corroborarla chiama in aiuto i dati complessivi della mortalità, ricordando come “muoiono ogni giorno 300 persone per mancato consumo di cereali integrali”. Donzelli inizia a snocciolare numeri: “Sono stati registrati 20mila decessi in più del 2020 e oltre a 30mila rispetto al 2019 nella fascia under 64, difficile dire che la vaccinazione non c’entri con un eccesso di mortalità nei più giovani”. E ancora: “In Italia c’è stato un incremento di mortalità evidente da aprile a settembre negli under 40, guarda caso proprio quando sono aumentate le vaccinazioni di massa relative a quella fascia d’età. I dati mostrano che alla vaccinazione universale si associano più morti tra adolescenti e giovani adulti”. Il tutto per sostenere che c’è un velo di opacità sugli eventi avversi, omissioni e reticenze da parte delle autorità per non scoraggiare a vaccinarsi.

Si va in pausa, si riprende alle 15. Pronti via ed ecco materializzarsi in video collegamento Erich Grimaldi, avvocato che cura uno strano fronte che si muove tra cure domiciliari fai da te e richieste di risarcimenti per eventi avversi ai vaccini. Con un improbabile sfondo di scatole colorate simil vintage, spiega che “ci vogliono tenere nascondere le reazioni avverse”, poi sponsorizza “un’innovativa web app, che trovate sul nostro sito, alla quale arrivano migliaia di richieste al giorno a causa di vigile attesa e paracetamolo in presenza di sintomi importanti quali febbre e tosse”, qualunque cosa voglia dire. Dopo di lui è il turno dell’endocrinologo Giovanni Frajese. La sua prima slide è lapalissiana: “I vaccini sono sperimentali? Sì”, una bufala già ampiamente smentita, ma sono le audizioni del Senato e nessuno può farci niente, nemmeno se chi parla sostiene che “uno studio olandese dimostrerebbe che la vaccinazione possa predisporre ad una maggiore infezione con alcune varianti”.

Cala il sipario su una rutilante giornata no vax nel cuore della Repubblica, tra tesi complottiste, riferimenti a Hitler e tentativi di dimostrare l’indimostrabile. Da Montecitorio il leghista Claudio Borghi twitta: “Al Senato ci sono le audizioni sul super green pass, diranno che è una cretinata e verranno ovviamente ignorate”. Sarebbe forse stato meglio.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.