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Amplifon, M&A in Germania, Francia e Canada, entro 2018 ingresso in Cina

MILANO (Reuters) - MILANO, 26 marzo (Reuters) - Amplifon prevede, nel periodo 2018-2020, un aumento dei ricavi consolidati a un tasso composto medio annuo (cagr) "high single-digit".

E' quanto si legge in un comunicato che anticipa i contenuti principali delle linee guida strategiche e degli obiettivi finanziari per il triennio 2018-2020, che saranno presentati oggi, nel corso del capital markets day.

La società attiva nella distribuzione di soluzioni e nei servizi per l'udito stima il raggiungimento di un ebitda margin pari al 18,5% nel 2020.

Nel trienno il flusso di cassa operativo cumulato sarà pari a circa 600 milioni.

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E' prevista una crescita dell'utile netto. Nel triennio il tax rate sarà inferiore al 30%.

L'aumento dei ricavi sarà trainato dalla crescita organica e da un incremento del network di circa 700 nuovi punti vendita al 2020.

INGRESSO IN CINA ENTRO IL 2018

Nel corso di un briefing con le agenzie di stampa, l'AD Enrico Vita ha spiegato che circa 500 negozi saranno acquisiti, con focus su Germania, Francia e Canada, mentre altri 200 negozi saranno frutto di nuove aperture, in particolare in Spagna.

Nel triennio verranno destinati 480 milioni a capex e acquisizioni, ha aggiunto il manager.

Il piano esclude un deal trasformativo, "ma già ad oggi siamo pronti a perseguire M&A di dimensioni maggiori", che "sono nel nostro Dna".

Entro quest'anno, inoltre, Amplifon entrerà in Cina "con una o due joint venture". Escluso, allo stato, l'ingresso in altri mercati emergenti, posto che il gruppo è già presente in India, Turchia e Brasile.

A proposito delle prospettive in Cina, nelle slide pubblicate sul sito in vista del capital markets day si legge che il mercato retail globale degli apparecchi acustici nel 2020 raggiungerà un controvalore di 15,2 miliardi di euro, rispetto ai 13,5 miliardi del 2017, con una quota dei mercati emergenti che salirà al 14% dal 12% dell'anno scorso. La Cina rappresenta il 30% del totale del mercato retail nei Paesi emergenti, con una crescita superiore (non inferiore) al 10% l'anno, un tasso di penetrazione molto basso (5% circa) e un mercato molto frammentato, dominato dai player regionali.

A livello globale, Amplifon stima che il tasso di penetrazione crescerà di 50 punti base l'anno.

Lo sbarco in Cina (mercato "interessante in termini di volumi e già in parte premium") costituisce uno dei motivi che ha spinto il management ad anticipare di un anno il nuovo piano. Un'altra ragione, insieme al raggiungimento dei target precedenti (con un anno di anticipo), è il varo di "un programma di forte innovazione tecnologica".

E' previsto il lancio di "prodotti a marchio Amplifon e di un ecosistema multicanale". Amplifon, si legge nelle slide, punta a raddoppiare entro il 2020 i ricavi dal digitale, facendo leva su investimenti e partnership (Google e Facebook).

Vita ha detto di escludere la cessione del business in Gran Bretagna, oggetto di un turnaround negli ultimi anni.

Amplifon non intende, al momento, seguire la strada tracciata da qualche concorrente, ovvero l'integrazione con un produttore di apparecchi acustici, che, secondo l'AD, "ha pro e contro; ora riteniamo di avere un modello vincente".

Infine, posto che la politica di dividedi "è di competenza dell'assemblea", Vita ha detto di ritenere che il livello di payout del 2017 (24% dell'utile) sia "quanto meno sostenibile nel futuro".

Reazione positiva della borsa all'annuncio del piano e dei target: attorno alle 10,50, infatti, Amplifon, guadagna l'1,53%, a 13,9 euro, dopo aver toccato un massimo di 14,04 euro. Scambi contenuti: sono passati di mano circa 36.000 pezzi.

(Massimo Gaia)

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