ANALISI - Governo tenta di corteggiare fondi sovrani esteri
di Giuseppe Fonte e Angelo Amante
ROMA (Reuters) - L'Italia sta corteggiando i fondi sovrani perché investano in un nuovo fondo per fornire risorse alle imprese che operano in settori strategicamente importanti, anche se i precedenti suggeriscono che sarà difficile convincerli a sposare il progetto.
La premier Giorgia Meloni intende iniettare fino a 1 miliardo di euro di liquidità statale in un fondo per le imprese che operano in settori come l'energia e l'approvvigionamento di materie prime, ha scritto Reuters questo mese.
Per rafforzare il progetto, un alto funzionario del governo ha detto a Reuters che Meloni intende attirare investimenti da Qatar, Emirati Arabi Uniti, Azerbaigian e Norvegia. Finora il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha detto pubblicamente di sperare solo nel coinvolgimento dell'Arabia Saudita.
Il governo non ha ancora chiarito quanti finanziamenti prevede di raccogliere dai fondi sovrani. In base a un disegno di legge che dovrebbe essere ratificato entro la fine di quest'anno, il Tesoro manterrà probabilmente una quota di minoranza nella nuova entità, che sarà sostenuta anche da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
Un secondo funzionario governativo ha detto che il governo offrirà una strategia altamente focalizzata per convincere gli investitori a iniettare liquidità in specifiche attività ritenute strategiche, senza disperdere troppo i finanziamenti.
Gli analisti sono scettici sulle possibilità di successo, data la complessa burocrazia italiana e gli ostacoli legislativi.
"È difficile convincere gli investitori stranieri a puntare sull'Italia. Dovrebbero essere pronti ad affrontare il caos legislativo, fiscale e giudiziario", ha detto Fabio Scacciavillani, partner della società di consulenza finanziaria Nextperience con un passato lavorativo nel fondo sovrano dell'Oman.
Ha citato come esempio il tentativo della compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti Etihad di salvare l'ex vettore di bandiera Alitalia, fallito nel 2017 dopo che il governo è stato costretto a nominare dei commissari speciali per gestire la società.
I dati del Sovereign Investment Lab dell'Università Bocconi di Milano mostrano che la liquidità dei fondi sovrani mediorientali in Italia ha raggiunto un picco nel 2010, con transazioni dal valore di 2,3 miliardi di dollari. Tuttavia, negli ultimi cinque anni hanno investito in Italia appena 1 miliardo di dollari.
Nel 2021, gli investimenti sono stati pari a zero - un possibile contraccolpo dopo che l'allora premier Giuseppe Conte aveva imposto un embargo sulla vendita di armi agli Emirati Arabi Uniti per via del loro ruolo nella guerra in Yemen.
Dall'inizio del suo mandato a ottobre, Giorgia Meloni ha cercato di stringere legami più stretti con il Golfo, minimizzando i timori delle precedenti coalizioni sui diritti umani nella regione. A marzo ha visitato gli Emirati Arabi Uniti e successivamente ha revocato l'embargo sulle armi.
DOPPIONE?
Il piano dell'Italia prende spunto da un'iniziativa annunciata questo mese in Francia, dove la società di private equity InfraVia Capital Partners lancerà un fondo da 2 miliardi di euro dedicato a progetti chiave per l'approvvigionamento di materiali, con un quarto dei finanziamenti provenienti dallo stato.
Il disegno di legge italiano propone che il Tesoro investa in "imprese nazionali ad alto potenziale" attraverso veicoli finanziari o fondi di investimento promossi da Cdp.
Roma opererà secondo "condizioni di mercato", come risulta da una bozza vista da Reuters, per evitare di violare le norme dell'Unione europea contro gli aiuti di Stato.
Un recente tentativo evidenzia la difficoltà di mandare in porto simili iniziative.
Il cosiddetto "Patrimonio Rilancio" è stato lanciato nel 2021 per sostenere le aziende colpite dalla pandemia. Inizialmente doveva fornire finanziamenti da circa 40 miliardi di euro, ma finora è riuscito a investire appena 1 miliardo.
Bruxelles ha stabilito criteri molto rigidi per simili fondi e la domanda per il programma è stata bassa, in quanto le aziende ammissibili hanno preferito investire il proprio denaro piuttosto che avere lo Stato come co-azionista o creditore, ha detto un funzionario del governo.
Secondo gli economisti, il nuovo fondo rischia di diventare un doppione di Cdp Equity, una controllata di Cdp costituita nel 2011 con il compito di iniettare capitale in asset strategici, che ha circa 10 miliardi di euro di investimenti e possiede partecipazioni in diverse aziende.
"In che modo il nuovo fondo sarebbe collegato o complementare a Cdp Equity o ad altri veicoli esistenti? Il rischio è di avere mandati poco chiari, che si sovrappongono e che generano confusione", ha detto Bernardo Bortolotti, responsabile del Sovereign Investment Lab dell'Università Bocconi di Milano.
Bortolotti ha anche detto che l'entità dell'investimento iniziale del governo "la dice lunga" sulla limitata ambizione di Roma.
"L'ultima cosa di cui l'Italia ha bisogno è un fondo piccolo, ministeriale e sub-sovrano", ha detto Bortolotti.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)