Andrea Garnero: "Il salario minimo per sconfiggere i contratti pirata"
″È arrivato il momento di superare lo stallo sul salario minimo. Si può e si deve fare come in Germania, dove ben prima della misura a livello nazionale sono stati introdotti dei minimi per legge in settori specifici dove la contrattazione era debole. Questo non solo ha permesso di proteggere i lavoratori di quei settori, ma anche di sperimentare e adattare lo strumento del salario minimo al caso tedesco”. A lanciare l’idea di un progetto pilota per il salario minimo in Italia è Andrea Garnero, economista dell’Ocse, attualmente in sabbatico di ricerca. “I dati - spiega in un’intervista a Huffpost - ci dicono che bisogna intervenire con urgenza perché in alcuni settori il lavoro è pagato pochissimo, con una presenza sindacale a tutela dei lavoratori che è molto limitata”.
Perché secondo lei serve un salario minimo in Italia?
Un minimo salariale, per legge o nei contratti collettivi, serve per ragioni di equità, ma anche di efficienza, perché quando il potere negoziale è troppo sbilanciato dalla parte dei datori di lavoro si creano situazioni di monopsonio. È un po’ come il monopolio che alza i prezzi e restringe i prodotti e i servizi offerti: il monopsonio abbassa i salari e riduce il numero dei lavoratori occupati.
Quale ruolo può giocare il salario minimo in queste situazioni?
Il vantaggio principale di un salario minimo per legge è la sua relativa semplicità e leggibilità: il lavoratore può capire subito se è pagato il minimo o sotto il minimo. Cosa che non avviene oggi con i contratti collettivi, a maggior ragione con quelli pirata: nelle buste paga dei lavoratori ci sono decine di voci che disorientano e che creano confusione. L’altra funzione importante è provare a combattere lo sviluppo di contratti che sono costruiti appositamente per ridurre il ...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.