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Antitrust Ue ordina a Italia di mettere fine a esenzioni fiscali per porti

Bandiere dell'Unione europea davanti alla sede della Commissione Ue a Bruxelles, Belgi

BRUXELLES (Reuters) - Le autorità antitrust Ue oggi hanno ordinato all'Italia di mettere fine alle esenzioni fiscali per i porti del paese, poiché offrono un vantaggio sleale che viola le norme del blocco sugli aiuti di stato.

La Commissione europea, che è giunta a questa decisione dopo un anno di indagini, ha detto che i profitti ricavati dalle autorità portuali attraverso attività economiche dovranno essere tassati secondo le regole fiscali normalmente applicate alle società.

"L'esenzione fiscale non corrisponde a chiari obiettivi d'interesse pubblico, come la promozione della mobilità o del trasporto multimodale", si legge in un comunicato.

"I risparmi fiscali generati possono essere usati dalle autorità portuali per finanziarie qualsiasi tipo di attività o per sovvenzionare i prezzi imposti dai porti ai propri clienti, a scapito dei concorrenti e della concorrenza leale", si legge.

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L'Italia, tuttavia, non dovrà rimborsare le imposte societarie non pagate in passato, poiché l'esenzione fiscale esiste da prima dell'entrata in vigore del Trattato Ue in Italia nel 1958.

Negli ultimi anni la Commissione ha emesso ordini simili nei confronti dell'Olanda, del Belgio e della Francia.

(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Maria Pia Quaglia, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)