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Apertura di settimana in tono minore

Apertura di settimana in tono minore, con gli USA chiusi per President day e mezza Asia in vacanza per le festività del Capodanno cinese (Hong Kong riapre domani, Taiwan (Taiwan OTC: 6549.TWO - notizie) mercoledi e Shanghai giovedi).

Venerdi sera, Wall Street aveva restituito, nel finale di seduta, il grosso dei guadagni (S&P + 0.04%), il che non le aveva impedito di mettere a segno la miglior settimana da 5 anni (+ 4.3%), un ottimo motivo per giustificare dell prese di beneficio, un discorso che vale anche per i corti $ (Dollar index + 0.57%) e treasuries (10 anni tornato sotto 2.9%).

Come catalyst per la discesa finale gli operatori hanno indicato i passi avanti nel Russiagate, con le accuse alle 13 personalità russe. C’è stata poi la minaccia di Trump di istituire dazi fino al 24% su acciaio e 7.7% su alluminio, anche se per la verità l’effetto principale è stato di gonfiare le quotazioni del produttori nazionali (+14% per Steel Corp). La decisione dovrebbe arrivare ad aprile. La Cina ha già annunciato possibili rappresaglie commerciali.

Sul fronte tassi US – inflazione c’è da notare che, complice forse l’ondata di risk aversion della prima metà di febbraio, le 2 principali sorprese sul fronte prezzi, ovvero la salita dei salari orari nel labour market report di gennaio (+2.9%)e il balzo record del CPI core per lo stesso mese (+0.348%) non hanno avuto sui tassi US gli effetti devastanti che ci si poteva immaginare. Il 10 anni treasury ha chiuso a 2.87%, a metà tra il livello pre payrolls (2.8%) e il massimo post CPI (2.93%). Difficile diventare strutturalmente costruttivi sui tassi US, vista l’aria che tira sul ciclo, i prezzi, e sui deficit pubblico, ma probabilmente attendersi una prosecuzione del rialzo su questo ritmo, senza un consolidamento che riduca anche un po’ l’enorme corto accumulato dagli operatori, è un po’ eccessivo.

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Detto delle rilevanti chiusure, le borse asiatiche aperte hanno mostrato performance prevalentemente positive, a cominciare da Tokyo, che ha festeggiato con un robusto rimbalzo il primo arretramento dello Yen vs $ (considerando che la divisa nipponica ha invertito la marcia venerdi a seduta giapponese ampiamente conclusa). A supportare il sentiment anche la bilancia commerciale di gennaio recante un deficit inferiore alle attese grazie a esportazioni a doppia cifra (+12.2% vs 9.4% stimato) a dimostrazione che la forza dello Yen per ora non ostacola troppo il canale estero. Tra gli altri principali indici, negativa solo Mumbai, zavorrata dalle banche locali, dopo la notizia della frode denunciata da uno dei principali istituti.

L’apertura europea è avvenuta con un tono discreto, supportata dal ritorno dell’€ a distanza di sicurezza dalla soglia di 1.25 vs $, dalla forza di Tokyo e con le banche europee finalmente un po’ in denaro. Non è durato molto e gli indici hanno perso gradualmente momentum, passando in negativo a metà mattinata, in linea con la performance degli USA di venerdi dopo la chiusura europea. Poco da dire sui cambi, dove una fase di forza del dollaro a metà giornata è evaporata nel pomeriggio, lasciando le cose più o meno com’erano in apertura (€ e Sterlina stabili, Yen in indebolimento).

La chiusura europea vede l’Eurostoxx restituire la metà del guadagno di venerdi, zavorrato dai ciclici (vedi settore Auto) mentre le banche hanno tenuto un po’ meglio, allettate dalla tendenza al rialzo dei rendimenti in Eurozone. Spreads periferici in moderato allargamento, in linea con il sentiment generale. Tra i motivi citati l’annuncio del 30 anni spagnolo, e anche sentori di potenziali frizioni nel Centrodestra (mancato incontro Berlusconi-Salvini), una scusa fantasiosa, ma è un fatto che anche Milano ha sottoperformato, per quel che può valere in una giornata con oltre il 60% della capitalizzazione mondiale chiusa per festività. A prescindere dagli screzi veri o immaginari nel Centrodestra, ormai il 4 marzo è vicino e un po’ di nervosismo è da mettere in conto.

Dal punto di vista dati ed eventi macro, la settimana prende vita Mercoledi con i PMI flash di Febbraio in Eurozone e US, seguiti dall’IFO tedesco giovedi. Mercoledi (oltre al ritorno di Shanghai sui mercati dopo una settimana di vacanza) avremo anche le Minute dell’ultimo FOMC, una release in teoria superata, ma in realtà utile per prendere nota di eventuali reazioni agli ultimi dati. In assenza, otterremo lunmi in questo senso dai numerosi interventi di membri FED (Dudley e Bostic giovedi, e Williams, Mester e di nuovo Dudley venerdi).

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online