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Apple, gli azionisti chiedono liquidità

La "caccia al tesoro" Apple è cominciata. La società di Cupertino si ritrova a difendere un fondo di 137 miliardi di dollari - custoditi per lo più fuori dagli Stati Uniti - dai suoi azionisti, che hanno deciso di battere cassa. Specie dopo aver visto le azioni in Borsa rallentare la loro corsa.

Il richiedente numero uno, al momento, è anche l'azionista numero uno: si tratta di Greenlight Capital, il cui esperto di hedge fund è David Einhorn, che ha intrapreso un'azione legale nei confronti della Apple. Il motivo? Provare a fermare la proposta che la società esporrà a fine febbraio ai suoi azionisti di maggioranza, quella di cambiare lo statuto per vietare l'emissione di titoli privilegiati. "Politiche di depressione", così le ha definite Einhorn, invitando tutti gli altri azionisti a votare contro questo piano che potrebbe limitare la distribuzione della liquidità ai suoi investitori.

La risposta di Apple
non si è fatta aspettare: attraverso un comunicato stampa, la società fondata da Steve Jobs ha garantito di aver intrapreso un progetto per la distribuzione dei suoi dividendi: 10 miliardi di dollari agli azionisti entro la prossima settimana, fino a restituire 45 miliardi di dollari in tre anni.

Il perchè di tanta pressione sulle azioni privilegiate è presto spiegato: esse sono particolari categorie di azioni che garantiscono all'investitore il diritto a una quota dell’utile, la cumulabilità dei dividendi o il recupero di quelli passati precedentemente non distribuiti. Secondo Greenlight, agire su questi titoli equivarrebbe sfavorire gli investitori, oltre che lasciar gestire tutta la liquidità nelle mani della Mela.

Con il boom delle vendite di iPhone e iPad, il fatturato della Apple è uno dei più elevati al mondo, nonostante lieve calo dell'ultimo periodo: attualmente ha raggiunto 12,3% dell’utile netto per azione. Un risultato finanziario di tutto rispetto, se si guarda il resoconto del 2012: nell'ultimo trimestre dello scorso anno, la mela morsicata ha annunciato un fatturato di 36 miliardi di dollari e un utile netto trimestrale di 8,2 miliardi di dollari, pari a 8,67 dollari per azione diluita.