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Argentina nuovamente in default, seconda volta in 12 anni

Il ministro argentino dell'Economia Axel Kicillof ieri a New York REUTERS/Carlo Allegri

BUENOS AIRES (Reuters) - Nuovo default per l'Argentina - il secondo in 12 anni - dopo che le speranze di raggiungere un accordo con i creditori dissidenti entro la mezzanotte di ieri si sono infrante.

Al termine di una lunga disputa legale con gli hedge fund, che hanno respinto la ristrutturazione del debito dopo il primo default del 2002, la terza economia dell'America Latina non è riuscita a raggiungere per tempo un accordo con i cosiddetti creditori 'holdout'.

Il nuovo default sovrano gonfia gli interessi chiesti nei prestiti per le società, mette sotto pressione la valuta, drena le riserve estere e infiamma uno dei tassi di interesse più alti al mondo.

Buenos Aires ha cercato fino all'ultimo di ottenere una sospensione dell'ordinanza del giudice distrettuale Usa Thomas Griesa, che imponeva il pagamento di 1,33 miliardi di dollari.

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E' tramontata anche l'ipotesi emersa ieri di una possibile entrata in scena di un consorzio di banche private argentine con un'offerta per rilevare i titoli in mano agli hedge fund, secondo quanto riferito da alcune fonti a Reuters.

"Questo è un default molto particolare, non c'è un problema di solvenza, quindi tutto dipende da quanto velocemente viene risolto", spiega l'analista di Goldman Sachs Mauro Roca.

In questo caso il governo è infatti solvente e l'entità dei problemi che il nuovo default potrà infliggere all'Argentina, già in recessione, dipenderà da quanto velocemente il governo riuscirà a districarsi dalla complessa situazione.

Buenos Aires sostiene che soddisfare la richiesta degli hedge fund di essere pagati per intero violi una clausola che vieta di offrire condizioni migliori rispetto a coloro che hanno accettato accordi negli swap del 2005 e 2010.

In ogni caso, questa clausola scadrà il prossimo 31 dicembre, poi il governo potrà raggiungere un accordo con i fondi. Molti investitori ed economisti sperano ancora in una soluzione prima di allora.

"Il nostro caso base è che il default venga cancellato entro gennaio 2015", spiega Alberto Bernal, partner di Bulltick Capital Markets, che prevede che il fallimento possa provocare una contrazione dell'economia del 2%, rispetto al precedente consensus del mercato dell'1%.

Intanto S&P ha portato il rating sovrano di Buenos Aires a 'selective default' a seguito del mancato pagamento delle cedole sul bond in dollari al 2033, dovute inizialmente il 30 giugno. Probabile oggi una nuova discesa dei bond argentini sul mercato, dopo la netta risalita di ieri sulle speranze di un accordo.

((Redazione Milano, Reutersitaly@thomsonreuters.com, +390266129720, fax +3902 801149, Reuters messaging: ilaria.polleschi.reuters.com@reuters.net))

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