Artigianato, nel 2013 crescono take away, estetiste, serramentisti e addetti alle pulizie
C’è un artigianato che cresce e che decide di aprire i battenti, quando tutti tirano giù le serrande. Il 2013 secondo l'annuale studio della Cgia - è stato l’anno del boom per il take away con ben 4.257 nuove iscrizioni alle Camere di Commercio per soggetti attivi nel settore del cibo da asporto, dalla pizza al taglio alle gastronomie, dalle rosticcerie alle friggitorie. Rispetto al 2009 la crescita è stata del 21,4%. Il vero boom del quadriennio, però, si è registrato nelle società che si occupano delle pulizie degli immobili che sono triplicate dal 2009 (+199,1%). Nel 2013 le nuove iscrizioni sono state 2.710 e, attualmente, il settore è costituito da 12.800 imprese che danno lavoro a 37.809 addetti.
Sul gradino più basso del podio delle nuove iscrizioni ci sono le estetiste con 2.269 nuove iscrizioni e un +14,6% nel periodo 2009-2013. Vanno forte i serramentisti e i montatori di mobili che con la crisi sono più cha raddoppiati: 1.918 le nuove iscrizioni del 2013, mentre fra 2009-2013 si è registrato un + 131,6%.
I più importanti aumenti percentuali sono avvenuti nelle attività di tatuaggio e piercing che nel quadriennio di riferimento hanno registrato un + 442,8% e, in quelle di pasticceria (+348,0%) e nella fabbricazione di borse, pelletteria e selleria (+216,3%).
La diffusione di Grande Distribuzione e supermercati non ha soffocato uno dei mestieri più diffusi: nel 2013 sono state registrate 1.634 imprese alla Camera di Commercio, con un + 3% rispetto al 2009.
Vanno bene i giardinieri e gelatai, in costante aumento e poi ci sono alcune sorprese che riguardano l’abbigliamento. Con numerose nuove iscrizioni nel 2013 viene segnalata la crescita sia della sartoria e della confezione su misura dell’abbigliamento (+4,4% su base quadriennale), sia della confezione in serie di abbigliamento esterno (+7,4%) che di quella di accessori per l’abbigliamento (+ 39,6%).
Le prime 20 attività artigianali hanno creato 24mila nuovi posti di lavoro, una cifra che corrisponde a quella dei dipendenti Fiat attualmente rimasti in Italia.
Come interpretare i dati? “Nel 2013, sebbene a livello nazionale l’artigianato abbia perso quasi 28 mila imprese, abbiamo potuto registrare una forte espansione delle professioni legate ai settori dell’alimentazione e dei servizi – ha commentato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia -. La manifattura e le costruzioni, invece, continuano a segnare il passo. L’esplosione di molte attività è sicuramente legata al nuovo stile di vita che la crisi ha imposto alle famiglie italiane. Si va meno al ristorante o in pizzeria, ma alla cucina etnica o alla pizza non si rinuncia. Il boom di aperture registrato dai take-away è riconducibile proprio a questa nuova tendenza. Oppure, ci si priva di un capo di abbigliamento o di qualche giorno di vacanza, ma non si può fare assolutamente a meno al trattamento del corpo o alla manicure. In edilizia, infine, si costruisce sempre meno: di conseguenza le abitazioni esistenti hanno bisogno di interventi manutentivi che molto spesso si traducono nella sostituzione delle porte e delle finestre o attraverso la tinteggiatura delle pareti interne/esterne”.
Insomma chi vuole intraprendere una nuova attività artigianale sappia che questi sono i settori e le professioni che offrono le maggiori garanzie in termini di possibilità di occupazione.
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