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Asintomatici, quanti sono davvero: uno studio ribalta i dati

Il mondo della ricerca è diviso sul ruolo degli asintomatici nella pandemia di coronavirus ma una delle domande che non ha ancora trovato risposta è quante siano effettivamente le persone che rimangono senza sintomi. I dati, secondo un nuovo studio diffuso da “Nature”, suggeriscono che circa una persona su 5 contagiata non abbia i sintomi e che possano trasmettere il virus a meno persone rispetto a chi è sintomatico.

All'inizio della pandemia alcuni studi avevano stimato che il tasso di infezioni asintomatiche fosse dell'81%, ma una revisione di 13 studi pubblicata lo scorso mese sul Canadian journal of infectious diseases ha calcolato che sono il 17%, considerando asintomatici coloro che non hanno mai sviluppato alcun sintomo per almeno 7 giorni.

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"La maggior parte delle persone sviluppa i sintomi in 7-13 giorni e gli asintomatici hanno il 42% in meno di possibilità di trasmettere il virus rispetto ai sintomatici", commenta il coordinatore della ricerca Oyungerel Byambasuren, della Bond University in Australia. Secondo un altro studio della John Hopkins University postato sul sito medRxiv, il rischio che una persona asintomatica passi il virus a chi vive in casa con lui è circa 1/4 di quello di un sintomatico.

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Tuttavia, secondo Andrew Azman, coautore dello studio, "anche se il rischio di trasmissione da un asintomatico è minore, rimane comunque perché hanno maggiori probabilità di stare con altre persone rispetto a chi è isolato a casa". Una considerevole parte dei contagi, per il ricercatore, avviene dagli asintomatici. Altri invece non sono d'accordo. Per Muge Cevik, dell'Università di St Andrews, poichè la maggior parte delle persone sono sintomatiche, bisogna identificarle per eliminare la maggior parte dei contagi. Per capire cosa avviene negli asintomatici, Cevik ha fatto una revisione di 79 studi sulla trasmissibilità del SarsCov2, da cui emerge che gli asintomatici hanno una carica virale iniziale simile a quella dei sintomatici, ma che il virus scompare più velocemente e sono infettivi per meno tempo.

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